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Il sentiero dei nidi di ragno
 
Il sentiero dei nidi di ragno 2015-02-27 11:38:55 siti
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    27 Febbraio, 2015
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Esordio

Romanzo scritto in venti giorni per partecipare ad un concorso. Romanzo scritto a ventiquattro anni per uscire da se stesso. Scritto che funge da cesura tra ciò che è stato e ciò che sarà. La genesi letteraria dell’autore esordiente e della sua prima opera sono offerte dallo stesso Calvino nella prefazione del ’64 che ora correda le ristampe Mondadori ed è molto importante leggerla per collocare l’opera in quella esperienza letteraria - e non solo- del secondo dopoguerra chiamata Neorealismo.

Il breve romanzo racconta un frammento di vita di un ragazzino ligure inserito in una magica sospensione temporale che ha però una connotazione fortemente storica: gli anni della macchia, gli anni delle ideologie, gli anni delle fratture, degli schieramenti, dei traditori e dei traditi.
Pin è il personaggio letterario, la finzione che condensa in sé tutto questo reale con così pesanti connotazioni storiche. È un bambino quasi ragazzino, è piccolo con modi da adulto: è estraneo a se stesso in quanto bimbo, è estraneo al mondo adulto per le stesse ragioni. È solo come può esserlo un uomo di fronte alla propria coscienza, è schiacciato dalla realtà. Assume un ruolo nella vita e ci riesce con la fantasia, innata nel bambino, anche se è precocemente reso adulto dalla condizione sociale e storica vissuta.
La fantasia alleggerisce la vita, la predisposizione al fantastico crea il mondo magico e segreto dove fanno i nidi i ragni e quello è il suo universo. È luogo di partenza, è luogo di ritorno e di rifugio. E se nella vita cerca solo un amico, non deve disperare, le brutture passeranno e ci sarà sempre il luogo magico ad aiutarlo a digerirle.
Se Pin è ciò che Italo non poté rappresentare direttamente di se stesso in un romanzo neorealista, il sentiero dei nidi di ragno è la letteratura alla quale Calvino si dedicò già orfano, come Pin, per aver ceduto alla penna il suo mondo di ricordi per intrappolarlo in quello della finzione con in nuce la predisposizione al fantastico che poi, ma non totalmente, lo rappresentò.
Se il processo di scrittura, così ben condensato dalle parole di Pavese che lo definì “scoiattolo della penna”, non poté portare ad esito diverso da questo, c’è solo da riflettere sull’onestà di questo autore giovane al suo esordio.

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Commenti

4 risultati - visualizzati 1 - 4
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bel commento, Laura!
personalmente ho qualche difficoltà a leggere Calvino, ma questo titolo l'ho apprezzato molto
In risposta ad un precedente commento
siti
27 Febbraio, 2015
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Grazie Silvia,
a me piace molto la sua figura di intellettuale e il suo percorso.
Laura, che bel commento!
Complimenti, Pia
In risposta ad un precedente commento
siti
02 Marzo, 2015
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Grazie Pia.
4 risultati - visualizzati 1 - 4

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