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Ogni modo
Entra in scena un nuovo protagonista, alla diade già nota e analizzata nei precedenti romanzi e rappresentata da Sua Eccellenza il potere politico e da Sua Eminenza il potere economico si affianca ora Sua Santità il potere clericale.
Le regole mafiose diventano il paradigma su cui Sciascia si diverte a declinare le regole clientelari che sottendono ai rapporti stretti tra potere politico e potere religioso.
Il romanzo è nettamente diviso in due parti di cui la prima rappresenta l’antefatto della seconda più ascrivibile al modello letterario del giallo e in cui entrano in scena i protagonisti, i loro rituali, i loro discorsi, il loro modus operandi ( bellissima la pagina della recita- balletto del rosario...a quanti balletti odierni mi ha fatto pensare).
Un pittore, attratto da una scritta “Eremo di Zafer 3”, abbandona la strada principale e si immette in una strada secondaria che lo porta a scoprire un atipico albergo che avrebbe inglobato un presunto eremo e che, apparentemente isolato e vuoto, non può accoglierlo come ospite. Lì si terrà a partire dal giorno successivo un gran raduno di “clienti particolari” guidato dall’enigmatico e discusso Don Gaetano che li guiderà alla pratica degli esercizi spirituali. Per grazia ricevuta potrà parteciparvi anche lui...Proprio Sant’Ignazio di Loyola esortava a tale pratica degli esercizi spirituali con la formula :“ogni modo è valido per ottenere la grazia di Dio”.
Ogni modo?
E qui subentra l’ironia di Sciascia che con una sintassi complessa e una prosa oscura, complicata, filosofeggiante, ricca di rimandi culturali utilizza la prima parte del romanzo per far dialogare il pittore famoso e il prete. Molto fra i due è sottinteso e il loro è un vero e proprio duello verbale, il prete allude, cita in un sottile gioco di rimandi culturali che stordisce. Il pittore rappresenta chiaramente la prospettiva laica e il prete lo beffeggia conducendolo per mano in un mondo imperfetto che è vittima dell’ostinata e laica attribuzione di perfezione che non ha e non può avere.
Il mondo chiuso e riprodotto nell’eremo è criptico nella sua essenza e quando sarà squarciato da una serie di omicidi a catena, in corso le indagini, tale rimarrà.
Il giallo rimarrà insoluto quasi a infrangerne l’essenza, la soluzione del delitto appunto, ma non l’efficacia, l’impianto narrativo fisso, geniale che l’omicidio del movente, voluto da Sciascia, renda tutti sospettabili e quindi nessuno...
Da leggere e rileggere e rileggere.
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Commenti
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Anche a me il libro, letto tempo fa, era piaciuto. Ora il tuo commento è un invito alla rilettura, tanto più che io amo le riletture .
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