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Le colpe sono altrove
“L'Italia è un così felice paese che quando si cominciano a combattere le mafie vernacole vuol dire che già se n'è stabilita una in lingua...”
Della lettera anonima depositata dal postino sul banco del suo esercizio, il farmacista Manno non sa che farsene. Se nulla ha da temere o da rimproverarsi nei confronti di chicchessia, è evidente che quella minaccia di morte formata da ritagli di giornale altro non può essere che uno scherzo. Purtroppo per lui non è così: il farmacista viene trovato cadavere due giorni dopo, freddato insieme all'amico Roscio nel corso di una battuta di caccia.
Il povero Manno aveva appena fatto a tempo a far vedere al maresciallo dei Carabinieri la missiva anonima, e in tale occasione era presente anche un suo amico insegnante di liceo, il professor Laurana. E' quest'ultimo che – verificato in controluce sulla lettera un particolare non facile da notare – inizia una sua indagine, basata su elementi diversi da quella portata avanti dalle forze dell'ordine.
In paese, nel frattempo, si mormora tutto e il suo contrario: dapprima si compatisce il povero Roscio, capitato in mezzo al “regolamento di conti” voluto dai nemici del Manno; quindi, e nonostante la lettera, si inizia a piangere proprio il Manno, incappato in una faccenda che doveva riguardare per forza il Roscio.
Di quello che si dice in paese, il professor Laurana (uomo posato e poco incline al pettegolezzo) tuttavia non si cura: la sua ricerca della soluzione si basa su altro...
Uno dei libri più godibili di Leonardo Sciascia: meno criptico di altri, possibile ispiratore di una certa narrazione “alla Camilleri”, “A ciascuno il suo” fonde la tentazione (tipicamente sciasciana) di “curiosare” tra le pieghe del potere con un affascinante e ironico ritratto della Sicilia di paese.
Tutto accade “attorno” al professor Laurana. Non si tratta dell'investigatore di professione presente in molte storie dello scrittore siciliano bensì di un detective improvvisato, sebbene molto lineare nei ragionamenti e disposto, per la soluzione di quel rompicapo, ad una dose di intraprendenza insolita per la sua pacatezza.
Attraverso di lui, Sciascia entra nei templi del potere spirituale così come nei sacrari del potere temporale; nel fascino ambiguo e proibito di un'avvenente vedova, che si accresce enormemente delle congetture e degli sguardi fissi di attempati notabili di paese; nella nobiltà d'animo del siculo rigore morale e in un'opposta omertà che rende conto solo alla convenienza... in una Sicilia dove è possibile ogni cosa, ma soprattutto il suo contrario.
Alla fine tutto sfuma e si confonde: non si capisce se sia l'esercizio del potere ad essere asservito alla soddisfazione delle brame personali o viceversa, né dove sia la colpa (ammesso che, nonostante due omicidi, veramente vi sia).
“Certe cose, certi fatti, è meglio lasciarli nell'oscurità in cui stanno... Proverbio, regola: il morto è morto, diamo aiuto al vivo. Se lei dice questo proverbio a uno del Nord, gli fa immaginare la scena di un incidente in cui c'è un morto e c'è un ferito: ed è ragionevole lasciare lì il morto e preoccuparsi di salvare il ferito. Un siciliano vede invece il morto ammazzato e l'assassino: e il vivo da aiutare è appunto l'assassino.”
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Commenti
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Fra i 6/7 libri che ho letto di Sciascia, ritengo che questo sia, non so se il migliore, ma sicuramente il più gradevole.
A differenza di Camilleri, però, in Sciascia c'è grande stile !
Si, Sary: il libro è un vero e proprio giallo (se era questo che volevi sapere) con tanto di soluzione... anche se, perfettamente in linea con Sciascia, non è proprio la soluzione che un risolutore di libri gialli si aspetterebbe.
Non mi sono fatto intortare da nessuna vedova, Cristina: ricordi il finale? Non c'è assolutamente alcuna colpa, se non quella di essere cretini, no? :) Se vuole, il tuo conterraneo sa essere maestoso!
Beh, Emilio, io trovo dello stile anche nel buon Camilleri: non è quello di Sciascia, certo, ma sono due grandi scrittori.
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Anche a me è piaciuta molto la frase che hai riportato in conclusione della tua recensione.
Bravo
Saluti
Riccardo