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Andre: la vita, “l'amore” e il peccato
Emmaus, luogo dell’apparizione di Gesù a due dei suoi discepoli, così come ci è dato sapere dal vangelo di Luca. Luca il migliore amico del protagonista e la fede, quella un po’ bigotta dei paesi di una volta, e non solo, in un tempo non ben definito, ma forse il tempo non ha importanza.
L’amicizia questa si che ha importanza e le debolezze, le mille incomprensioni e una visione di una vita un po’ condizionata, poco libera, la lotta per una forma di libertà che porta anche alla disperazione, al dolore.
La storia di quattro amici, le loro esperienze con il sesso, la bella Andrea, da tutti conosciuta come Andre, che non ha inibizioni e vive la vita un po’ al limite. Una storia forte, scritta con il solito stile di Baricco, certo il gergo è forte, un po’ meno poetico rispetto al solito, ma a mio avviso adeguato alla storia, un linguaggio spesso ruvido come ruvidi sono gli eventi raccontati.
Un romanzo sicuramente differente dagli altri letti di Baricco ma, nonostante le parole spigolose, riesco sempre a vederci la solita prosa poetica e lo stile, a mio gusto affascinante, che gli è solito.
L’autore si immerge completamente nella storia, usa parola adeguate alle vicende narrate, fotografa le vite di questi ragazzi, ci parla delle loro frustrazioni, delle loro angosce, delle paure e dei loro errori, spesso più grandi di loro, spesso estremi.
Il concetto del peccato inteso come quello che non va fatto, non perché realmente mi ferisce o ferisce il prossimo, ma perché mi hanno insegnato che è così, che non si fa. Il peccato come fonte di conflitto e di condizionamento, il peccato che crea un buco, fa male perché è insito in noi ed è difficile pensarla diversamente, spesso impossibile.
Non credo sia un romanzo forzato, esagerato, è una storia sicuramente estrema, una delle tante realtà, in quei piccoli paesi o quartieri di periferia, dove tutti sanno tutto di tutti, dove la fede viene spesso usata più che vissuta.
Un libro che mi è piaciuto nonostante tutto, un libro che vuole colpire e farci riflettere, e per quanto mi riguarda ha raggiunto l’obbiettivo. Mi ha fatto pensare alla mia adolescenza, chiaramente non ho vissuto queste vicende, ma sono cresciuto in una periferia difficile, e di storie come questa il quartiere era pieno. Gli errori e le esperienze estreme di cui si parlava poc'anzi erano come piccole gocce di pioggia, bastava poco a bagnarsi la maglia.
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Saluti.
Riccardo.
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