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Marianna Sirca
 
Marianna Sirca 2015-01-15 16:56:24 silvia71
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
silvia71 Opinione inserita da silvia71    15 Gennaio, 2015
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Marianna Sirca

Risale al 1915 la pubblicazione di “Marianna Sirca”.
I protagonisti delle opere della Deledda appartengono sempre a classi sociali ben definite e distinte, impermeabili tra loro; padroni e servi costituiscono una costante, ma in questo romanzo appare un'ulteriore “specie”, il bandito.
Argomento funesto quello del banditismo, fenomeno strettamente radicato tra le pieghe dell'aspro territorio sardo, di cui l'autrice fornisce un volto ed un nome.
Il bandito non è solamente un ricercato, un uomo relegato alla clandestinità e al compimento di azioni contro legge, è un uomo che brucia di passioni, che lancia una sfida al destino per liberarsi dal giogo di una vita da esiliato.
Il volto del bandito è quello di Simone Sole, il cui cognome cozza contro le tenebre scese sulla sua vita.
Il volto della giovane donna piegata alla volontà impostale dalla famiglia possidente è Marianna, vittima di un ruolo e di consuetudini sociali che esaltano la smania di ricchezza a scapito della felicità.
Due personaggi nitidi come scatti fotografici, espressione di un realismo narrativo suggestivo e coinvolgente, due vite che cercano il riscatto, che lottano con fermezza per strappare al fato un briciolo di fortuna e di amore.
La solitudine è palpabile e spessa come una cappa, toglie il fiato e ammutolisce il lettore.
Solitari i cuori così come le lande silenziose del nuorese, percosso dai gelidi venti invernali ed imbiancato da candida neve.
Un romanzo in cui l'elemento naturale è parte integrante della narrazione, giungendo a fondersi con gli stati d'animo e gli umori dei personaggi, creando un flusso di immagini ed eventi in stretta simbiosi.
Con “Marianna Sirca” Grazia Deledda conferma le sue doti narrative raccontando una storia che arde di passioni, che anela gioia, che spezza le catene del pregiudizio verso certa umanità, che parla di un territorio ruvido e percorso da forti contrasti.
Capolavori le pennellate di colore, le sensazioni olfattive persistenti, gli struggimenti emotivi e gli immancabili colpi di coda del destino.

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Commenti

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siti
15 Gennaio, 2015
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Proprio un bel commento!
Sempre bello leggere una tua recensione.
Immersa completamente nell'opera della Deledda ci restituisci un quadro affascinante e invitante della sua opera.
Complimenti, bellissimo commento.
Grazie
Riccardo
Bellissimo contesto, ho il libro in casa. Spero di leggerlo (relativamente) presto.
Sempre bellissimi i tuoi commenti, Silvia.
L'idea di focalizzarsi su un autore, leggendo numerose sue opere, è affascinante perché permette di calarsi nei meandri di una realtà umana e artistica che altrimenti resterebbe inesplorata se non superficialmente.
Io ho fatto questo percorso con alcuni scrittori (Potok, Yourcenar, Mishima, Lalla Romano ...) e l'ho trovato entusiasmante.
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