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Sentirsi allegramente fuori posto.Leggeri.Sun'onda
E’ un romanzo dolce, delicato, ben congegnato, pochi personaggi che scopriamo legati non dalla conoscenza o dall’amicizia, ma da storie e vissuti di difficile convivenza con se stessi e con gli altri, in continua difficoltà tra la scelta di una attiva esistenza o sopravvivenza. Forse alla fine si incontreranno, forse avranno ciascuno reciprocamente bisogno l’un dell’altro per salvarsi e trovare una ragione, per sentire che ci sono e che contano, forse era già accaduto e non ne avevano ancora la consapevolezza.
Un romanzo tranquillo, non nell’accezione di poco interessante, mi trasmette un senso di attesa. Mi fa pensare all’autore come in un momento di particolare calma o riposo nella scrittura.
"Stiamocene per un po’ in silenzio, allora."
Roberto Marias, che dopo la Scuola allievi sottufficiali viene destinato come vicebrigadiere alla stazione di un tranquillo paesino in provincia di Milano. Notato per un intervento diretto a sventare una rapina in banca viene trasferito a Milano a fare il lavoro per cui era entrato nei carabinieri: l’investigatore. Nucleo operativo. Sezione narcotici. Prima operazione: infiltrato. Inizio di una brillante carriera da agente sotto copertura. Qualche mese dopo passa al ROS, Raggruppamento Operativo Speciale, reparto dei carabinieri che si occupa di criminalità organizzata e di terrorismo. La massima aspirazione per un giovane sottufficiale. Sede centrale di Roma.
Roberto Marias e la sua oscillazione tra euforia e tristezza. La sua paura di stare al mondo. Il suo convivere lungamente con la sofferenza tanto da diventare il suo equilibrio. La sua paura del cambiamento. I suoi momenti disforici. Il sentirsi come travolto da un’onda.
Bisogna lasciarsi andare all’onda. “Un conto è aspettare l’onda, un conto è alzarsi sulla tavola quando arriva.”
Distese le braccia, contrasse gli addominali, fece scattare le gambe. … Si alzò in piedi e la tavola partì. … correndo di nuovo sull’onda…come se non avesse mai smesso…
Giacomo sogna Ginevra, la sua compagna di scuola. Lei in genere non si accorge di lui. Ma un giorno lo chiama per nome, gli dice proprio così: “Giacomo, hai una penna in più? La mia non scrive.” ...“A scuola ci chiamiamo quasi tutti per cognome.”
Io mi sento sulla stessa lunghezza d’onda dell’autore… ascoltando “Stairway to Heaven”…
Giacomo, che la inserisce nella raccolta da donare a Ginevra…
Perché la musica ci aiuta, ci tiene compagnia, ci parla, insomma siamo noi. Sempre.
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Commenti
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Carofiglio non può mancare nelle tue letture. Sono uno più bello dell'altro. Certo questo non il migliore a mio avviso :)
Buone prossime letture e grazie
Mariangela
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