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Una farfalla pesante come un elefante...
Mi dispiace ammetterlo, ma dopo due libri di De Luca che mi hanno letteralmente stregato ('Non ora, non qui' e 'I pesci non chiudono gli occhi'), sono rimasto alquanto deluso dalla lettura de 'Il peso della farfalla'. Forse perchè avevo già aspettative molto alte, forse perchè ero sicuro, certo, che avrei apprezzato quest'opera di De Luca allo stesso modo, se non meglio, delle altre già lette.
Ma non è stato così... ed è una brutta sensazione.
Se non ci fosse stata la firma di De Luca su questo libro probabilmente non sarei rimasto così deluso; per carità, non mancano momenti di pura poesia 'narrativa', periodi in cui si riconosce il 'tocco magico' di questo scrittore che riesce a dipingere un paesaggio o uno stato d'animo con parole tanto armoniose che solo la musica potrebbe fare meglio:
"E' novembre, l'uomo sente calare la saracinesca dell'inverno. Nelle notti che il vento strappa dalle radici gli alberi più esposti, la pietra ed il legno della capanna si sfregano tra loro e mandano una nenia. Il fuoco schiocca baci di conforto.
L'aspro di fuori dà spallate, ma la fiamma accesa tiene insieme legno e pietra. Finchè brilla nel buio, la stanza è una fortezza".
Ma manca un fine.. sembra quasi un esercizio di stile. La storia, nella sua brevità, non ti solca l'anima, non graffia. E non per colpa della brevità, ci sono favole ancora più brevi ma tanto intense da rimanere scolpite nella memoria.. mi vien da pensare, per esempio, al racconto dell'isola sconosciuta di Saramago. In questo libro, però, non sono riuscito a cogliere neanche il senso delle metafore, sempre ammesso che ce ne siano ... perchè non voglio pensare che il tutto si riduca ad una .. battuta di caccia.
Magari mi sbaglio, magari non sono nello stato d'animo giusto per apprezzare quest'opera.. forse in un altro momento avrei elogiato l'immagine della farfalla bianca 'impressa' sul corno del camoscio quasi a memoria della madre assassinata dall'uomo cacciatore, quella stessa farfalla che col suo peso (leggero come un soffio di morte) ricongiungerà i destini dell'assassino pentito e della sua preda, vera vincitrice morale dell'eterno scontro uomo-natura.
.. ma qui non siamo ne 'Il Cacciatore', qui non ci sono gli occhi di De Niro ed i primi piani sul cervo a dare pathos alla storia.
C'è la montagna, sì... e si sente, la puoi quasi toccare. Ma personalmente, anche da questo punto di vista, preferisco De Luca quando racconta il mare.
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:-)
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Di De Luca ho letto solo due libri : mi aspettavo molto, o almeno abbastanza, ma mi hanno deluso entrambi.