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Dall'Albania arriva a Bellano una tipa tosta
La vita a Bellano scorre abbastanza tranquilla : pochi eventi la turbano, battibecchi di paese, pettegolezzi tra comari, rancori personali. il tutto sotto l’attento controllo della stazione dei carabinieri e la supervisione paterna del prevosto di turno, coadiuvato da acide e scafate perpetue.
Nel giugtno del ’49, però, accade qualcosa : arriva a Bellano, via Milano-Varenna, una nuova tipa, tale Marta Bisovich; è in cerca di qualcuno e, sprovvista di biglietto ferroviario, viene affidata ai regi carabinieri. Inizia così il nuovo romanzo di Vitali (rifacimento di un vecchio racconto del 2001) : l’intrusa arriva dall’Albania, ha alle spalle un passato burrascoso, e, naturalmente, turba, e di molto, l’ordinato tran tran della vita paesana. Rende insonni le notti del viscido vicesindaco, trafficone politico che ambisce a cariche più alte, vivacizza l’operato , al solito monotono, di prevosto e carabinieri, si insinua nella vita di uno sfortunato droghiere del posto, tenta di infiltrare nella paciosa Bellano i loschi affari di una banda di malfattori. Ci scappa pure un morto impiccato e, addirittura, un omicidio per avvelenamento da arsenico. Il romanzo, che sottende vaghi riferimenti al noir francese, esce un po’ dalla consueta struttura narrativa di Vitali, pur mettendo nella solita giostra (a proposito, entra in gioco anche un manesco giostraio) i consueti personaggi di paese, con le loro piccole manie, i loro intrallazzi e le loro ambizioni di potere. Il tutto risulta però come già visto e digerito : Vitali ha certamente un suo seguito, numeroso e plaudente, ma una sterzata sul più spiccatamente popolaresco (vedi la scrittura dialettale) potrebbe, a parer mio, giovargli.