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Pane e cipolla
"La ciociara" di Moravia altro non e' che Cesira , che Rosetta, che l'Italia della Grande Guerra, che il popolo italiano occupato liberato affamato esasperato.
E' la voce narrante di una madre di origini contadine, la bottega e la borsa nera, un appartamento piccino ma lustro come un brillante dal taglio raffinato.
Tempi duri per tutti, la carestia incide gli scaffali del negozio ormai inutile, si compilano inventari e si lasciano le proprie cose nelle case sprangate, si cerca la salvezza sulle montagne tra le capannucce dei pastori, lontano dai punti strategici, lontano dal conflitto. E tutto si paga, ogni giorno piu' caro, in precario equilibrio sulle scarpe logore inseguendo la sopravvivenza su un suolo sassoso.
Eppure i pascoli non filtrano il potere devastante della guerra, che mille modi ha per infierire e oltraggiare , non solo per uccidere. Colpisce l'onesta', colpisce la pieta'. E poi la paura, che vorace sbrana i giorni e le notti e inghiotte speranza, boccone dopo boccone pare non concludersi mai, sembra non ci sia mai fine nel pozzo del peggio. Poi ci si abitua, eccolo il fondo, eccolo.
Non raffinato nello stile, la forma e' semplicemente perfetta al suo fine. E' il mezzo che conduce al risultato, con quella penna che se deve essere di una donna semplice di umili origini lo e' fino in fondo, nella piu' intensa rappresentazione popolare dell'amore materno e della disperazione di un essere umano morente, colpito suo malgrado dal morbo decadente della guerra in un bacino di appestati suoi simili.
Un libro dal passo lento che alla lettura mischia il sentimento, che non si limita alla vicenda principale ma inevitabilmente si sofferma anche su personaggi minori che nelle loro poche righe fremono e lasciano il bossolo a terra, come quei proiettili piovuti dal cielo.
Erano gli anni della Seconda Guerra mondiale, eravamo proprio qui, privi di tutto , messi peggio delle bestie. Perche' almeno le bestie potevano permettersi di non capire e di non fare domande, di morire di fame o di morte inferta senza il sovrapprezzo della coscienza.
Intenso, verace, umile e doloroso, buona lettura.
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Commenti
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ricordo di averlo consigliato più volte:-)
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Qui Moravia mi ha fatto capire che è un grande scrittore anche quando esce dalla rappresentazione della borghesia che ben conosceva.