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La cura
Così si potrebbe intitolare questo romanzo e se fosse un film la colonna sonora adatta sarebbe “La cura” di Battiato.
Un romanzo a quattro mani, una sonata al pianoforte in cui toni alti e toni bassi si alternano in armonia riempiendo l’aria di musica dolce e piacevole, un ristoro per le orecchie e un balsamo per lo spirito. C’è sintonia tra i compositori, si capiscono e si completano, una chiede, l’altro risponde, una ragiona, l’altro semplicemente ama, dell’amore più puro e onesto.
I protagonisti sono Gioconda, rappresentata da Chiara Gamberale, e Filèmone, impersonato da Massimo Gramellini. Lei è una donna afflitta per la crisi matrimoniale causata dai suoi stessi errori e dal tormento interiore che l’accompagna dalla nascita, lui è il suo angelo custode, paziente, saggio, tenero. Gioco o follia? Uno scambio di biglietti cura l’anima, il cuore e la mente della protetta, attraverso un esame di coscienza ed un percorso interiore Gioconda riscopre sé stessa ed il significato di alcuni concetti chiave della vita.
Originale nella forma e nel contenuto, del resto lo sono tutti i libri dell’autrice, annessi pro e contro. Uno scambio di idee, un questionario sui sentimenti, sul perdono, sulla forza interiore nascosta in ognuno di noi. Le pagine migliori sono quelle di Gramellini/Filèmone, ricche di riflessioni e stilisticamente pregiate. Vi sono collegamenti alla sfera religiosa che potrebbero non soddisfare tutti i gusti scontrandosi con devoti e miscredenti. Bisogna prenderlo per quel che è, non è un testo di teologia e non è un saggio di filosofia, è un romanzo che si avvale della facoltà di esprimere liberamente opinioni, adottando inoltre la buona strategia della novità in fatto di impostazione e tematica, nulla pretende, tutto concede.
I lettori non vi troveranno risposte a quesiti esistenziali e non resteranno ammaliati da virtuosismi letterari, ma potranno passare qualche ora di piacere costruttivo.
Concludendo, una guida pratica all’amore in tutte le sue forme.
“Amarsi è l’opera d’arte di due architetti dilettanti di nome Io che, sbagliando e correggendosi a vicenda, imparano a realizzare un progetto che prima non esisteva. Noi.”
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Commenti
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Ciao!
E' impossibile... Non so se potrò mai superare l'ostacolo della furbata...
PS personalmente l"accudire " mi rimanda anche al "Piccolo Principe"
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