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Alla ricerca della vera vita, anche dopo la morte
L'anno è il 1902, il luogo è una trasandata baracca posta vicino al fiume Niagara. Tom Smith è un truffatore fraudolento che fa il meteorologo basandosi su un modello statistico alquanto stravagante, mentre Jerry Wesson possiede un chiosco nelle vicinanze e prevede il tempo limitandosi a osservare il colore del fiume. Tutto (a)normale mentre i due protagonisti scapestrati discutono - talvolta anche animatamente - del nulla più assoluto, almeno sino a quando non conosceranno la giornalista Rachel Green. Sarà proprio lei, stanca di trascorrere più tempo in ginocchio sotto la scrivania del capo che a scrivere articoli, a affidarsi alla 'strana coppia' per non perdere il suo lavoro e per sentirsi finalmente vivere. E le conseguenze della loro fruttuosa (?) collaborazione non potranno che essere allo stesso tempo sia nefaste sia gaudenti, punti di vista permettendo.
Tra un passato di fave vomitato in compagnia del cognac e una botte che rappresenta metaforicamente una vita atrofizzata dalla routine e dall'ordinario, Baricco ci pone dinanzi a una sceneggiatura istrionica, dalle sfumature moderne e dannatamente originale.
Partendo dal presupposto di Smith riguardo la vita, che è 'un'imbarazzante circostanza che può riservare impareggiabili soddisfazioni.', e il diktat di Rachel riguardo il loro obiettivo in comune, che deve essere 'quello che vogliamo tutti [...]: esistere.', si ripercorrono qui le orme di un innovativo teatro pirandelliano perennemente sospeso fra le varie dicotomie esistenziali. Sì, innovativo perché la figura di Rachel è talmente esasperata dall'anonimato che, pur di uscirne, è disposta anche a saggiare la morte, tanto '...prima, ecco, prima sì, morivo ogni giorno un po', quello era morire. Ma in un modo che, francamente, non fa per me.'
Una menzione particolare merita la perfezione nell'utilizzo della punteggiatura, che addirittura ha il pregio di velocizzare la lettura e di conferire al testo un ritmo accelerato, sincopato, sempre più frenetico e incalzante fino alla statica, mortale nota di colore ironica. Giusto il tempo di una breve, fugace, istantanea risata per poi ri-immergersi nuovamente nella lettura 'esasperata' in attesa della pausa successiva.
Ne risulta quindi un delizioso valzer che regala sensazioni di coinvolgimento, divertimento e che si complementarizza con la trama semplicissima e priva di raffinatezze estetiche, aborrendo ''Questo strano bisogno di correggere le piccole imperfezioni...'.
'Faremo accadere qui qualcosa che non è mai successo prima.', afferma Rachel con convinzione, '...perché non la voglio dar vinta a quei porci, non voglio tornare a casa da mio padre e non desidero rinunciare ai miei sogni.' e '...perchè se mi arrendo questa volta mi arrenderò tutta la vita.'. Ed effettivamente sarà così.
Con l'ultimo capitolo che si proporrà di risolvere la questione esistenziale riguardo il dare un senso alla propria vita attraverso la popolarità o crogiolarsi abulicamente nello stagno dell' apatia e della (a)normalità.
Capolavoro contemporaneo che si riallaccia a doppio filo alla letteratura che scavalla l'Ottocento e il Novecento. Consigliato a tutti, in particolare ai cultori del romanziere di Girgenti.
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Commenti
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A me e' piaciuto ben poco il libro, direi il peggiore Baricco che abbia letto, piuttosto acquoso. Ma ognuno interpreta a modo proprio :-)
Comunque, anche io rispetto la tua opinione :-)
E rimarcherei il concettoi ancora con più verve qualora dovessero in futuro farne un riadattamento teatrale: non me lo perderei per nessuna ragione al mondo :-)
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