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“ALL LOST, NOTHING LOST”
Opera magistrale la cui peculiarità è basata sulle molteplici interconnessioni tra realtà e finzione. Chi affronterà la lettura, così come chi l’ha già fatto, verrà trasportato in un mondo che, paradossalmente, non è esistito (il giardino) e cadrà nella trappola di ricercare un fondamento di verità nella famiglia descritta (i Finzi-Contini), nelle singole persone e nei luoghi (Ferrara). E, di contro, tutto trasuda verità storica : la Ferrara fascistissima nella sua componente ebraica, la tomba di una famiglia illustre nel cimitero ebraico, i riti di una comunità e le sue intime fratture.
Inutile pensare a quei personaggi come reali, sono necessariamente filtrati dal ricordo e dalla memoria, o ancora cercare in essi una perfetta corrispondenza con la famiglia Magrini che, documenti alla mano, è l’alter ego di quella della finzione letteraria. Meno che mai cercare in Giuliana, sepolta a Ferrara, la Micol del romanzo.
Il romanzo è altro: è memoria, è dovere civile, è nostalgia di ciò che si è perso per scelta, il tutto imbastito sul filo del RICORDO a evocare un periodo durante il quale un gruppo di ragazzi “esclusi” vive, a dispetto di tutto, una magica sospensione temporale. Alla base una critica alla comunità, sullo sfondo presenze già date per morte nell’incipit e su tutti la consapevolezza che una famiglia non tornò dall’internamento micidiale.
Questo è per me Bassani: il coraggio di narrare ciò che oggi, in un tripudio memorialistico, non si riesce più a cogliere. È il dolore nostalgico di chi ha vissuto quell’epoca, di chi ne ha fatto una lettura ben precisa fin da subito e in direzione univoca, di chi ha visto non tornare qualcuno a cui, per altre ragioni, aveva già detto addio e in ultimo il tentativo di recuperare un legame, stavolta, sul filo della memoria. Un’ottica invertita rispetto alle pur rispettabilissime, e da me molto apprezzate, testimonianze di coloro che invece tornarono con il loro bagaglio di dolore e un ricordo diverso.
Per la delicatezza del ricordo, consapevoli che anche quando tutto è perduto, niente è perduto, la miglior opera sullo sterminio degli ebrei che io abbia mai letto.
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Commenti
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ho rimesso il lista questo titolo da un po' tempo, nel senso che dalla prima lettura sono trascorsi tanti tanti ma tanti anni.... ero agli albori della mia vita da lettrice, quindi penso che ora vada riscoperto
Grazie Laura,
Pia
Grazie per averci messo in evidenza questo libro, che merita una rilettura.
La sua bellezza letteraria, la rappresentazione che sa fare di un non felice periodo... ci fanno capire la cecità ideologica di coloro che l'hanno così duramente attaccato e irriso quando è stato pubblicato.
So che mi perdo qualcosa, ma studiando l'autore e ricercandolo e cercando di intuirne il sentimento, ho maturato, per ora la scelta, ancora una volta, di non tradire la mia lettura del testo. Da quel che capisco dai vostri lusinghieri commenti mi pare di averne colto l'essenza.
Mi piace l'onestà che travalica le ideologie, i credo e anche i segreti del cuore.
Inutile dire che apprezzo il coraggio.
Laura
Laura
Laura
Laura
Vedrai che piacere.
Grazie per il commento
Laura
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