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Originale e divertente
E cinico al punto giusto, senza superflue esagerazioni. Già dal titolo si capisce che siamo di fronte a personaggi creati con l’intento di evidenziare i limiti e le ipocrisie della società di cui facciamo parte.
Con una efficace tecnica di straniamento, Antonella Di Martino fa sì che il protagonista del suo romanzo assista al suo funerale per seguire sotto le spoglie di invisibile fantasma le azioni e le reazioni di alcuni dei parenti a lui più vicini. Egli appare da subito consapevole della sua mediocrità e sente di essere oggetto della curiosità di amici e conoscenti desiderosi di sapere se la sua morte sia da attribuire a un omicidio o a un suicidio.
Da qui dunque si delinea poco alla volta il carattere del personaggio, politico d’ un certo successo, che del mondo di cui faceva parte aveva ben assimilato i giochi e le tendenze al compromesso, le piccole e grandi astuzie, e si era ben adattato alla deprecabile consuetudine delle tangenti, al punto da essere ormai conosciuto come Diecipercento. Con la freddezza di chi non fa più parte del mondo dei vivi, egli rivisita alcuni degli episodi più significativi della sua vita, prendendo coscienza dei torti inflitti agli altri. Spinto dal gran desiderio di smascherare quello che egli chiama Il Maledetto, responsabile vero della sua dipartita, non risparmia a se stesso un’analisi finalmente obiettiva della sua condotta sulla terra. In questa sua peregrinazione da fantasma segue soprattutto la nipote Margherita, l’unico personaggio che nel racconto ha un ruolo veramente positivo, e per questo diviene la gran signora dei tonti. È lei infatti l’unica che segue il suo cuore e i suoi sentimenti, conservando quella dote ormai rara dell’onestà e abbandonando il mondo falso e ipocrita in cui era cresciuta. Ed è verso Margherita che Diecipercento è soprattutto in debito, per gli inganni perpetrati a suo danno. Bello e avvincente l’episodio dell’anello.
Muoversi leggero, sciolto dai vincoli d’un corpo terreno, vuol dire per Diecipercento raggiungere non visto ognuno dei suoi cari, riesaminarne i difetti, senza tuttavia nascondere l’affetto che lo lega a loro, e accettare l’immagine negativa che ha lasciato di sé tra i vivi.
Con una felice operazione di demistificazione della morte, Antonella Di Martino ci ha offerto una piacevole e intelligente rappresentazione della commedia della vita contemporanea, con una prosa sapientemente ironica.
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mi hai ricordato che non ho ancora letto questo romanzo della nostra Antonella...
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