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Voglio vivere una volta sola
 
Voglio vivere una volta sola 2014-11-08 05:39:07 Bruno Elpis
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    08 Novembre, 2014
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Lettera di una bimba mai nata

“Voglio vivere una volta sola” è la proclamazione d’intento che Francesco Carofiglio immagina venga espressa da una strana entità (“Il mio corpo mi sembra sempre lo stesso, quello di una bambina, che invecchia”). Perché la protagonista del romanzo, Violette, esordisce con una dichiarazione sorprendente: “Quindi io non sono nata. Però esisto.”
Violette è infatti la femmina che mamma Emma e papà Leonard (“Il prossimo sarà una femmina, vero?”) vagheggiano, la sorella della quale Jean e Augustin talvolta sentono la mancanza, la padroncina che il cane Javert (“Era un giovane pastore tedesco con le orecchie mosce”) avrebbe volentieri seguito…
La famiglia italo-francese attraversa le tappe della vita prima a Roma, poi a Parigi. Quando i figli crescono e Leonard prende altre strade, Emma si rifugia a Plouzané in Bretagna, nella casa della nonna (“Una sera visitammo il faro di Petit Minou; ci si arrivava dopo aver percorso il ponte lungo e curvo, che partiva dalla terraferma, dove c’era la fortezza inghiottita nella roccia”).
Violette affianca i diversi componenti della famiglia e consente al lettore d’intravedere la trama di connessioni, ipocrisie e sentimenti.

Cosa rappresenta Viola (“Smetterò di esistere quando l’ultimo di loro smetterà di pensarmi”)?
La consapevolezza che si forma attraverso i processi umani?
La potenza ontologica di un desiderio?
La vitalità di un’idea che vive in sé e non soltanto come proiezione mentale?
L’ambizione di raggiungere un’unità che la vita di tutti i giorni sembra negare?

L’interpretazione è affidata al lettore, le pagine si susseguono in rapida successione, spruzzate di nostalgia e tinteggiate di tristezza.

Bruno Elpis

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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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Bruno, io ho capito che si parla di una gravidanza interrotta e che la storia viene raccontata da quella personcina Violette, che non ci sarà mai...ma che avrebbe potuto esserci...
Posso immaginare , conoscendo la sensibilità dello scrittore, che è anche mio amico fb, quanto possa essere la profondità di tale narrazione...complimenti..metto in lista.
Ciao e grazieee, Pia
Ottimo commento Bruno! mi piace in particolare la seguente frase:

“Smetterò di esistere quando l’ultimo di loro smetterà di pensarmi”

Grazie. Ciao.
Ferruccio
Bruno Elpis
08 Novembre, 2014
Ultimo aggiornamento:
08 Novembre, 2014
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@ Pia: no Pia, il libro non parla di una gravidanza interrotta, bensì di una bambina soltanto pensata o desiderata. E lei prende vita autonoma... aspetto di leggerti! :-)

Ciao Ferruccio! :-)
Bravissimo Bruno! Che bel libro, che bella idea da sviluppare..... Viola - la potenza ontologica di un desiderio - davvero una lettura interessante, anche se nostalgia e tristezza, penso anche io, che imbevano ogni pagina....
Di sicuro una bella scelta, Bruno.
Di quelle che possono aprire una discussione sul sito (cosa che accade poche volte, come già detto da chi, di recente, se ne lamentava). Bravo!
@ Francesca e Rollo: in fondo, è l'antico scontro tra realismo e idealismo... :-) Grazie, ciao!
Molto interessante la tua opinione. Anch'io ho letto il libro e sono rimasta con alcuni quesiti irrisolti. Credo che l'ultima tua domanda sia quella giusta in effetti. A questa famiglia manca qualcosa, anzi qualcuno, Violette, e forse solo tramite lei, non si sarebbe irrimediabilmente sgretolata.
Violette esiste in quanto speranza di una vita diversa e forse felice, e smette di esistere quando muore anche l'ultima speranza.
Grazie per avermi fatto riflettere!!
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