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"La ragazza di Bube"
Mara è una ragazza di sedici anni che vive a Monteguidi, paesino della Toscana, con i genitori e il fratello minore. Superficiale e immatura come la maggior parte delle sedicenni, pensa solo a ballare con i giovanotti durante le feste di paese, comprare un paio di scarpe con il tacco alto ed essere più bella della cugina, sua perenne rivale.
All'indomani della Liberazione, a casa di Mara arriva un giovane partigiano. Ha diciannove anni, si chiama Arturo (soprannominato "Bube" mentre era alla macchia) ed è venuto a conoscere la famiglia di un suo compagno d'armi ucciso dai tedeschi, Sante, fratellastro di Mara. Bube, timido e impacciato, si lascia conquistare dal fascino infantile di Mara e le chiede di diventare la sua fidanzata. Il giovane nutre un sentimento sincero nei suoi confronti, mentre Mara accetta solo perchè ansiosa di sfoggiare un fidanzato con le amiche e la cugina; ma proprio attraverso la lenta nascita di un tenue affetto per il ragazzo, ha inizio per lei un percorso di crescita.
Bube, tornato alla vita civile carico di desiderio di vendetta, viene coinvolto in alcuni episodi di violenza contro ex fascisti e prende parte all'omicidio di un carabiniere e di suo figlio. Dopo una fuga all'estero, viene arrestato e condotto in Italia per affrontare il processo. E Mara, sebbene attraverso dubbi e tribolazioni, decide di restare al suo fianco, qualunque sarà il suo destino, per condividerlo con lui.
Il romanzo di Cassola, pubblicato nel 1960 e vincitore del Premio Strega, è ascrivibile alla corrente del Neoralismo per via di alcuni temi trattati: la Resistenza, la difficile reintegrazione degli ex partigiani nella società, la drammatica esperienza della guerra vista attraverso lo sguardo delle classi umili che lottano per uscire dalla povertà, la questione politica, le lotte del Partito Comunista. Tuttavia questi temi restano quasi sempre sullo sfondo, costituendo la scenografia che accoglie le vicende intime e psicologiche dei due protagonisti. Vero nucleo del romanzo è l'evoluzione della personalità di Mara, che attraverso le difficoltà condivise con Bube, l'esperienza dell'amore e del dolore, da ragazzina sciocca e immatura si trasforma in una giovane donna forte, determinata, consapevole dell'intreccio indissolubile che lega la sua vita a quella del giovane. Consapevole di essere "la ragazza di Bube".
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Sì, il cuore del romanzo è la vicenda personale e psicologica di Mara. E' l'amore che fa nascere in lei una nuova consapevolezza del mondo, di quelle che sono le cose davvero importanti, e alla fine sceglie la propria strada, e cioè aspettare Bube, proprio alla luce di questa consapevolezza. All'inizio la trovavo insopportabile, ma poi una pagina dopo l'altra la rivalutavo sempre di più e alla fine non si può non ammirare la sua forza d'animo.
Hai ragione, Bube accanto a lei appare debole, lui che ostentava tanta forza e coraggio nella prima parte del romanzo. In realtà quell'atteggiamento aggressivo non era altro che un residuo del clima di violenza della guerra, che poi lo condurrà in carcere.
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Condivido in pieno: l'evoluzione di Mara è veramente la protagonista della storia.
La bravura di Cassola è aver reso credibile questo radicale cambiamento: da sciocca ragazzotta a donna saggia e coraggiosa, maturata attraverso un percorso che diventa assai doloroso.
Bube rimane sostanzialmente fragile: una donna maturata, quasi materna, è ciò di cui ha bisogno.