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Comu veni si cunta
"Viola Fòscari" è un bellissimo viaggio attraverso la Sicilia, gli anni '50 e la complessità dell'animo femminile, come pure di quello maschile. Un viaggio che si cerca di protrarre il più possibile per gustare appieno le numerose suggestioni che la scrittura della Ranno è in grado di evocare, assaporando lo stile reso ancora più affascinante dai sapienti inserti siciliani e ammirando l'abilità con cui l'autrice ha costruito una struttura narrativa articolata e perfetta a un tempo, ricca di digressioni ma non per questo meno unitaria.
Per quanto riguarda i personaggi, oltre alla travolgente storia di Viola che tiene col fiato sospeso fino all'ultima pagina, il romanzo risulta popolato da tanti altri microcosmi capaci di emozionare e far riflettere. Tutti hanno una loro precisa ragion d'essere, qualcosa da comunicare al lettore, e il loro agire non è mai gratuito, ma frutto dell'incredibile capacità della Ranno di immedesimarsi in qualsivoglia tipo di essere umano, comprendendone appieno la psiche, con tutte le sue complessità e a volte meschinità. La sensazione che si prova è che quei personaggi agiscano liberamente, come affrancati dal volere dell'autrice, vivendo quasi di vita propria.
La stessa percezione si ha per le vicende narrate, che si dipanano con una tale naturalezza da far pensare che questa storia si sia raccontata da sé. Comu veni si cunta, direbbe la scrittrice siciliana. Eppure il lettore attento sa che tale encomiabile risultato è conseguibile solo attraverso una scrittura ragionata e mai casuale, come dimostra anche il memorabile epilogo del romanzo.