Dettagli Recensione
Le ferite della vita.
E’ passato diverso tempo da quando ho letto questo romanzo visto e considerato che lo comprai il primo giorno della sua uscita in libreria e dunque ben oltre 2 anni fa. Quando conclusi la lettura la mia opinione in merito fu a metà tra il “mi è piaciuto e il qualcosa non mi ha convinto”.
A prescindere dalle precedenti opinioni e dalle singole esperienze personali credo che Gramellini sia da apprezzare perché ha condiviso con tutti i lettori la sua esperienza di vita e non è facile affrontare i propri fantasmi del passato soprattutto quando il dolore è determinato dalla perdita della madre in così tenera età. C’è chi non lo fa mai. Sicuramente ci sarà chi penserà che la scelta dell’autore di scrivere un’opera così personale sia stata dettata dal mero “Dio denaro”, onestamente ritengo che un po’ tutti gli scrittori (come chiunque altro nella vita) non tralascino questo dettaglio, ma prosatori e giornalisti affermati come Gramellini nello specifico non hanno bisogno, a mio modesto giudizio, di tali escamotage. Pertanto non ritengo questa motivazione attendibile, sempre e se qualcuno la possa sostenere o aver pensata. Sia chiaro, è il mio semplice parere che conta quanto una goccia d’acqua nell’oceano.
Si può quindi affermare che il lato significativo dell’opera, consistente nel dolore provato dal giovane Massimo in tenera età e poi trascinato negli anni adulti in tutta quella fase dei “perché, ma cosa è successo veramente?” alla scoperta della verità, sia ciò che propriamente la caratterizza e ne delinea il profondo valore.
Se dunque da un lato nulla si può eccepire sul perché del romanzo, ben altro si può affermare su quello che ne è il punto debole: la scrittura. Sempre restando nell’opinione di questa opinabile commentatrice, la falla concreta, la lacuna se così la si vuole chiamare è l’impersonalità, la freddezza della narrazione. Proprio ciò che di norma è la forza dell’autore e su cui di solito nulla obietterei è in questo caso il lato dolente.
Gramellini semplicemente non riesce a liberarsi dei panni del giornalista e come tale riferisce i fatti della sua vita. Non glie ne possiamo fare una colpa perché dopo anni ed anni di giornalismo non è facile spogliarsi di quelle vesti, ma è normale che il lettore che scorre le vicende di una vita altrui resti perplesso dinanzi a tale dato di fatto. La lettura dell’opera è consigliata a chi ha vissuto un dolore e a tutti ma con la consapevolezza che la scrittura che vi troverete di fronte è quella di un giornalista e tale resta.
Indicazioni utili
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Commenti
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buon pomeriggio :-)
Maria
Grazie di aver letto la mia opinione,
Buona giornata :-)
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