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Il deserto dei tartari
 
Il deserto dei tartari 2014-10-14 09:42:39 ferrucciodemagistris
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
ferrucciodemagistris Opinione inserita da ferrucciodemagistris    14 Ottobre, 2014
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L'ossessione dell'attesa

Ho letto questo romanzo due volte; la prima in età da giovane adulto, la seconda in quest’anno pochi mesi fa. Devo dire, come spesso mi capita con i romanzi-classici, che ho apprezzato molto il capolavoro di Buzzati, in seconda lettura; forse perché mi sono immedesimato nel contesto della storia.

Il protagonista è Giovanni Drogo, un giovane tenente di prima nomina inviato in servizio presso un avamposto ubicato ai confini del territorio di una nazione, non meglio identificata, ma potrebbe essere, a mio parere, l’impero austro-ungarico dell’800, chiamato Fortezza Bastiani; tale fortezza è abbarbicata su un’impervia montagna per il controllo del territorio nemico che si estende su una sconfinata pianura incolta e pietrosa. Giovanni Drogo si rende subito conto dell’atmosfera vigente nella fortezza e della ferrea disciplina cui sono sottoposti tutti i militari del battaglione che hanno il compito costante di sorvegliare al di là del confine in attesa di un possibile attacco da parte del nemico tartaro; egli è convinto di trascorrere solo un breve periodo in quel luogo desolato e quasi dimenticato, e ritornare, quanto prima, alla vita della città da dove proviene. Passa il tempo in maniera inesorabile e Drogo riesce a ottenere una breve licenza per rientrare nella sua città di origine; si accorge, però, che la sua identità non è più idonea ai ritmi del passato e, quindi, prova un forte senso di disagio e un allontanamento dalla vita di routine cittadina e dalle persone. Cos’è dunque successo? In pratica è stato contagiato dal “mal di fortezza”, nel senso che ormai alberga nel suo animo la precipua convinzione che i tartari arriveranno e la difesa della fortezza e del territorio sarà un tributo di gloria per il quale vuole essere presente.

Tale anelito di gloria si trasforma ben presto in un’ossessione; quindi passano parecchi anni sempre nell’attesa di un imminente attacco da parte dei nemici tartari; nel frattempo il battaglione in difesa della fortezza si riduce in modo drastico; i colleghi muoiono oppure sono congedati ma non vengono avvicendati. Giovanni Drogo, che intanto è stato promosso maggiore, rimane attaccato alla fortezza e la sua unica ragione di vita è, ormai, l’attesa del nemico. In un clima surreale trascorre gli ultimi anni di vita fino a quando, finalmente, arrivano i Tartari…la gloria tanto aspettata e desiderata è vicina ma purtroppo…

La narrazione, il contesto e gli eventi, riescono a scrutare l’animo umano fino ai meandri più reconditi; in particolari circostanze l’uomo si “adatta” a qualsiasi situazione; cambia la sua visione del mondo immanente e diventa “schiavo” dei propri ideali di cui è convinto fino all’estremo sacrificio.

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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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Complimenti, Ferruccio, per la bella recensione di questo romanzo emblematico ed enigmatico.
Ti ringrazio per l'apprezzamento.
Bel commento. Complimenti. Lessi questo libro molto tempo fa, ma credo che dovrei rileggerlo perchè sono certa, come dici anche tu, che sia uno di quei romanzi che si apprezzano di più a distanza di tempo, in seconda lettura.
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Pia Sgarbossa
14 Ottobre, 2014
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Concordo con gli interventi di Emilio e Anna Maria...Si, la lettura di un classico in età matura da' una resa maggiore e più consapevole.
Complimenti a te!
Pia
@Annamaria; @Pia; grazie per i complimenti. Leggere o rileggere i classici in età matura dovrebbe essere un "must". Lo afferma anche Italo Calvino in un suo famoso libro-saggio.
In risposta ad un precedente commento
siti
14 Ottobre, 2014
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Il mio adorato Buzzati...
la tua lettura mi apre un altro orizzonte ...pensa sto facendo le stesse riflessioni ma su un altro classico.
Interessanti, misteriose e surreali analogie si affacciano alla mia mente...
Gustosissima esca...
Per il resto un buon classico è utile a tutte le età, apre la mente quando si è giovanissimi, la tiene vigile da giovane adulto, accompagna la riflessione finale in età più mature.
Un saluto.
Laura
Concordo pienamente; grazie.
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