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Una mareggiata di libeccio
In una calda estate campana di metà Novecento un ragazzino di dieci anni si trova a dover fare i conti con un profondo cambiamento interiore, sintomatico di un definitivo e precoce abbandono dell’infanzia. Ma questa piccola rivoluzione della sua anima non trova riscontro in un corpo bambino che si rifiuta ostinatamente di crescere, facendolo sentire come una farfalla incapace di forare il bozzolo che la tiene rinchiusa. Ad aiutarlo a compiere il passo decisivo verso una completa e matura trasformazione ci penserà una ragazzina speciale che lo condurrà per mano fino a varcare definitivamente la linea di questo nuovo orizzonte. Con una storia dal carattere fortemente autobiografico e uno stile curato e affascinante Erri De Luca ci riporta indietro di circa mezzo secolo, in una terra che si lecca ancora le ferite procuratele dagli orrori del secondo conflitto mondiale, con la gente divisa tra l'amore per il suolo natio e l'esigenza di andarsene altrove in cerca di migliori opportunità. Le scenografie del racconto sono le spiagge assolate del Tirreno e le acque limpide su cui si muovono senza sosta le barche colorate dei pescatori che portano avanti il loro "mestiere senza sorte". I suoni che accompagnano la lettura sono lo sciabordio delle onde, le urla dei ragazzini che giocano al pallone, i botti dei fuochi d'artificio. L'aria è pervasa dal profumo fresco della salsedine, da quello acidulo ed invitante della conserva di pomodoro, da quello dolce e delicato della crema solare alle mandorle. Le parole chiave sono giustizia, mantenere, amore. La giustizia che "inventa su misura la sentenza, muove dalla misericordia per l'offeso, perciò riesce a essere spietata". Il verbo mantenere che "a dieci anni era il mio verbo preferito. Comportava la promessa di tenere per mano, mantenere". L'amore che "non è una serenata al balcone, somiglia a una mareggiata di libeccio, strapazza il mare sopra, e sotto lo rimescola".
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Commenti
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Ho letto con attenzione il tuo bel commento anche perché ho lì il libro e sarà fra i primi che dovrò iniziare a leggere. La tua opinione sulla qualità del testo si può riassumere: "carino". (Ma si dice "carino" ciò che non può essere definito "bello". E, con tutti i bellissimi romanzi che la civiltà ha prodotto, .... Comunque lo leggerò!).
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anche io l'ho letto e l'ho trovato gradevole