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Nebbia nella mente
E' sempre quella provincia in apparenza accogliente e gioviale, lontana dalla frenesia cittadina, a far da sfondo alle storie di Eraldo Baldini. L'autore in questo caso si spoglia delle tanto care atmosfere soprannaturali per comporre un thriller dell'anima, in cui analizza alla perfezione, con logica e credibilità, l'ossessione di un uomo, uno come tanti.
Non è uno stolto ma un intellettuale mancato, lavora come autista di scuolabus in un piccolo paese dell' entroterra romagnolo svolgendo alla perfezione il compito assegnatogli.
Bruno il suo nome, deluso dalla vita senza darlo (troppo) a vedere, si macera dentro lungi dall' accettare i fallimenti di cui è responsabile.
Un' aurea funesta sembra accompagnarlo di continuo negandogli il diritto alla felicità mentre l'amatissima Serena continua a balenargli in testa, divenendo panacea illusoria e morbosa dei suoi tanti affanni. Ma la giovane lo ha scaricato da tempo, se ne è andata cercando fortuna altrove.
Gli restano solo i bimbi come amici, simboli di un momento in cui il rammarico e la nostalgia sono sentimenti ignoti o quasi. Il suo è un isolamento inconsapevole da un mondo adulto che l'ha ferito da ragazzino ed ora, cresciuto a tutti gli effetti con quel cuore spezzato che continua a sanguinargli nel petto, sembra prendere le distanze da qualcosa che continua a ritenere incomprensibile.
La nebbia lo circonda, lo intossica, ne ottunde i sentimenti per alcuni periodi, quando la foschia si dirada l'angoscia prende il sopravvento rischiando di ridurre in cenere l'affetto guadagnatosi negli anni da parte di quella piccola comunità chiassosa e scatenata.
Baldini lascia parlare in prima persona il protagonista; ne esce un ritratto preoccupante, in disfacimento, ossessionato dalla mancanza di un amore ritenuto suo di diritto.
Il romanzo trasuda solitudine ma anche un'ironia tipica dell'autore: soprattutto la prima parte è piuttosto scanzonata per poi trascendere in toni dark all'interno dei quali l'autore si immerge mediante una prosa ipnotica, quasi sorniona, tanto da sfiorare il tedio nella parte centrale.
L'epilogo -accettabile seppur pronosticabile con largo anticipo- sembra eccessivamente repentino.
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Commenti
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Ho letto quasi tutto, mi manca "Quell'estate di sangue e luna" scritto a quattro mani con un altro autore del quale non ricordo il nome.
Difficile dirti quale prediligo. Indeciso tra "Mal'aria" e "Faccia di sale", tra quelli più recenti meritano "L'uomo nero e la bicicletta blu" e "Nevicava sangue", ma anche i racconti di "Gotico rurale" sono notevoli.
appena riesco ne provo uno...
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hai letto tutto di questo autore? quale romanzo reputi meglio riuscito?