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Giacomo, Milano e il terrorismo
Testo molto interessante, in cui a far da protagonisti sono la Milano dei primi anni '80 e soprattutto le indagini di un magistrato, che non solo vuol rendere giustizia alle vittime dei terroristi, ma allo stesso tempo è curioso e vuole capire il perchè tanti giovani abbian intrapreso una strada così cruenta e violenta da arrivare ad agire così.
Si intervallano nella narrazione non solo le vicissitudini riguardanti il protagonista, cioè il magistrato Giacomo Colnaghi, ma anche il vissuto del padre di quest'ultimo, Ernesto, attivo esponente della Resistenza negli anni '40, e spaccati piacevoli su Milano. Riporto dei pensieri di Colnaghi, elucubrazioni che evidenziano la voglia di capire il perchè di certe azioni e metodologie dei terroristi
..."" il problema del terrorismo è che rivela uno stato di adolescenza all'interno del vecchio corpo italiano. La Repubblica non ha gli anticorpi e dunque perde di credibilità.(Obiez. semplice e radicale : come fidarsi di chi ha messo in campo la strategia della tensione? Non si può. Quindi lotta a oltranza; quindi, rivoluzione)"""...
Questa invece è un'estrapolata di un dialogo in un interrogatorio tra Colnaghi e un terrorista
...."""il terrorista: "E quindi il problema come si risolve? Colnaghi alzò le braccia: "Parlando. Trovandoci a metà strada nei bar, nelle chiese, nelle piazze. Così finalmente ci si conosce, tutti insieme, e si capisce che siam in tanti a volere un'altra Italia. ..il terrorista: "Io penso che se il sistema è spietato, ho il diritto sacrosanto di esserlo anch'io; e colpendone i simboli posso indebolirlo fino a spezzarlo:Fine del discorso. ..Colnaghi: "So che la ns democrazia è piena di ombre, di errori spaventosi. Ma con tutte le sue ombre , se non altro può migliorare: può fermare l'onda dell'odio, può farla finita con i violenti, può combattere il male che porta dentro. Invece l'omicidio -di un uomo inerme, di un uomo colpito alle spalle - non si corregge; e non serve a nulla . Lascia solo una sofferenza incolmabile , una scia di domande che non trovano risposta"""
Intenso e Premio Campiello, a mio avviso, più che meritato