Dettagli Recensione
LA NOSTAGIA DEL FUTURO? E' UNA QUESTIONE DI STILE!
E' un ossimoro, un'anafora, un chiasmo, è un linguaggio poetico in prosa quello che racconta, o SOSTIENE, la vicenda.
Ambientazione storica, sfondo politico, personaggio qualunque, anonimo e antitesi perfetta del prototipo del giornalista ( quello dell' immaginario collettivo). Un antagonista: il recensore impavido e giovane.
Passato, tempo della vicenda e tempo verbale, intrecciato col presente, tempo verbale dell'onnipresente SOSTIENE che punteggia tutto lo scritto e fa da incipit e da chiosa di ognuno dei venticinque brevi capitoli.
Il presente del "sostiene" funge anche da cerniera per il futuro laddove il passato, pane quotidiano che nutre il ricordo di Pereira, non può essere dichiarato. E il futuro? E' già proiettato nel passato del ricordo.
Tutto il romanzo è inoltre sottilmente giocato sullo stile di una dichiarazione da verbale ( scoprite voi il motivo!!)
ROMANZO DA LEGGERE PERCHE':
1) parla del Portogallo sotto la dittatura di Salazar, collaborazionista del regime franchista;
2) senza pretese ti attacca addosso l'odore del "puzzo di fritto" che aleggia dove vige omertà e tanfo di censura e di sospetto;
3) ti fa scoprire l'autore, fine scrittore e vera enciclopedia letteraria ma soprattutto critico intelligente;
4) ti regala ritratti realistici, sotto forma di necrologi e di ricorrenze, dei maggiori scrittori che attraversando la Storia, decisero di schierarsi, in un modo o nell'altro. Di tutti rimangono però, con le azioni umane, i giudizi dei posteri e quello su D'Annunzio è veramente impietoso, anche se difficilmente sindacabile, quanto quelli di Garcia Lorca o di Majakovskji sono un omaggio all'artista e all'uomo.
MORTE E NASCITA...a proposito
Una forma di scrittura esiste per queste occasioni, ancora oggi sui giornali. Annunci la morte con un necrologio, "la pagina dei morti", ricordi il compleanno di un personaggio illustre quando è morto, "la pagina culturale".
In questo romanzo necrologio e ricorrenza si alternano come la vita e la morte, da sempre.
I necrologi sono impubblicabili e le ricorrenze sono messaggi cifrati.
Nella nota finale, un testo pubblicato su "il Gazzettino", nel settembre del 1994 con firma Antonio Tabucchi, questa connivenza torna ancora magistralmente a chiudere il tutto...una morte e un compleanno e a noi il ricordo di Lui che non c'è più...
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Commenti
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spero possa avvicinare all'opera anche se mi rendo conto di aver scritto,forse, per chi già la conosce.
sei molto gentile.
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Commento molto interessante. Anche a me il libro è piaciuto parecchio.