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Calviniano...
Questo romanzo di Italo Calvino, è stato scritto nel 1959 ed è il terzo capitolo nella trilogia intitolata “I nostri antenati”. I due romanzi precedenti sono “Il visconte dimezzato” (una perla anch’esso) ed “Il barone rampante” (meritevole).
Avendo già fatto un breve riassunto della vita di Calvino (vedi commento a “Il sentiero dei nidi di ragno” ), parlerò brevemente della trama di questo bel romanzetto:
Siamo all’epoca dell’ Imperatore Carlo Magno e tutta la vicenda è narrata da una suora in un convento che ripercorre le diverse avventure di due protagonisti: Agilulfo (il cavaliere inesistente) e Rambaldo (un giovane che vuole vendicare la morte di suo padre uccidendo l’argalif Isoarre). Agilulfo si contraddistingue non tanto per il suo essere immateriale, piuttosto emerge per la sua pedanteria, puntigliosità e freddezza. Rabaldo invece è un giovane dalle passioni turbolente e si innamora di Bradamante, una donna-cavaliere che in battaglia lo salva da morte certa e cerca in tutti i modi di conquistarla, inutilmente. Lei è infatti innamorata di Agilulfo che non ricambia questo amore. Colpo di scena: durante un banchetto, il giovane Torrismondo rivela che di fatto il titolo di “cavaliere” di Agilulfo non è valido perché per essere nominato cavaliere bisognava aver salvato una vergine in pericolo e colei che lui aveva posto in salvo in realtà aveva già avuto un figlio, Torrismondo stesso. Così Agilulfo partirà per ritrovare la donna e Torrismondo per trovare i cavalieri de “Il Sacro Ordine dei Cavalieri del Santo Graal” tra i quali pare esserci il suo vero padre. Bradamante seguirà Agilulfo disperata e a sua volta verrà “pedinata” dal suo spasimante, Rambaldo.
Riusciranno a portare a termine le loro missioni? A voi il piacere della scoperta. :)
Farò una breve analisi, senza annoiarvi troppo…
Rambaldo è proprio un personaggio senza sostanza, in tutti i sensi. Rappresenta l’uomo robotizzato che vive di leggi e atti burocratici senza bisogno di utilizzare una propria coscienza, un automa bello fuori (l’armatura è sempre impeccabile e lucidissima) ma “vuoto” dentro. Da una parte però vorrebbe essere una persona in carne ed ossa e questo pensiero tormentato lo accompagna in tutte le sue notti insonni.
Tutto sommato però è dotato comunque di un’astuzia che lo caverà fuori da possibili pasticci e la sua personalità così distaccata farà impazzire qualche donna… ;)
Rambaldo invece è un giovane incosciente, proprio un ragazzino che si lancia nella guerra aspettandosi chissà quali azioni eroiche e si trova spiazzato dalla burocrazia che sta dietro anche ad un semplice atto di vendetta.
Un personaggio che non ho citato nella trama è Gurdulù, il pazzo di turno, un uomo che non sa cos’è e diventa ciò che cattura la sua attenzione. Il mio personaggio preferito della storia! Crede di essere un animale, un oggetto inanimato, del cibo, tutto, con una facilità spiazzante ma affascinante: si immedesima e vive libero come un bambino, senza pensieri e senza inibizioni.
Detto questo, mi resta poco da aggiungere…
Io l’ho letto molto volentieri ed è scorrevole (ad eccezione di alcuni punti dove ci sono dei soliloqui di Agilulfo un pochino noiosini), lo stile di Calvino si riconosce sempre, soprattutto nei suoi personaggi sempre molto “estremi” secondo me. Piacevole anche per una lettura pre-dormita o in viaggio.
Buon divertimento. ;)
Indicazioni utili
Il cavaliere rampante