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Anatomia del dolore
Mi piacciono i libri di Giordano perché sono veri. Non è obbligatorio che una storia che finisce con una distensione, debba avere per forza un un lieto fine. E di questo l'autore pare esserne pienamente consapevole. Giordano scrive di vita "reale", di emozioni che diventano talmente tanto presenti, da esserne le vere "silenti" protagoniste.
La storia, come nel precedente romanzo, scorre deliziosamente. L'autore non si perde in leziose e noiose descrizioni e preferisce che siano, in un certo senso, le azioni a parlare e a delineare i contorni delle figure e anche dei paesaggi.
Nonostante abbia veramente apprezzato il libro nel suo complesso, non posso dire di sentirmi soddisfatta appieno per la scelta della vicenda. L'aver scelto di focalizzarsi su di un piccola fetta di vita di un contingente italiano in Afghanistan, è il motivo per il quale ho deciso di togliere un voto. Ammetto che è un mio capriccio personale perché ho un'avversione profonda per tutto ciò che riguarda e rappresenta l'Esercito. E questa antipatia è stata rafforzata dalle implicite "frecciatine" che il narratore fa. Le persone comuni vengono spregevolmente definite come "i civili"; tutto ciò che non ha a che fare con pallottole, vestiti mimetici ecc. è declassato a "roba di serie B" (indifferentemente se siano cose o persone). In parole povere, anche se il narratore non è un soldato, la sua voce e la sua mente appartengono all'Arma.
Ciò che mi ha letteralmente creato una sorta di ribrezzo interno è stata l'elevazione della guerra a "rito di passaggio". Essa è per i più giovani la linea di confine tra adolescenza e vita adulta, mentre per i più anziani è motivo per tagliare i ponti con gli errori del passato e ricominciare seguendo "la retta via". Ma caro Paolo Giordano... Con tutto quello che di difficile e doloroso può attraversare una vita, tu "elevi" una cosa così spregevole come una guerra a ciò? Definisci il farsi disintegrare a colpi di bombe come qualcosa di eroico? Vabbè... E infine a coronare il disgusto è arrivato il solito cliquè del soldato donna che è prostituta del gruppo e ovviamente membro più imbranato dell'intera fob. Maschilismo gratuito. Parentesi chiusa.
Concludo dicendo che personalmente, ciò che "ha fatto" questo romanzo, non è la serie di disavventure che accadono al gruppo Charlie, bensì sono gli intermezzi della vita del tenente Egitto e delle sue riflessioni che analizzano il dolore, un po' come se questo fosse un corpo inanime sul tavolo d'obitorio.
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