Dettagli Recensione
"ARO SI' ASCIUTO?"
Non è un libro, è una poesia...no...è un quadro, un autoritratto, anzi no è una poetica autobiografia.
L'autobiografia, però, sembra sigillare tutto in modo ermetico: sono stato un bambino così, sono un adulto così.
E invece no: è il presente dell'autoritratto, quel presente fermato dal tempo della pennellata- scrittura.
E' un bozzetto ma anche una scultura a tutto tondo.
E' raffigurato un corpo, a figura intera, non solo il busto o il volto. E' tutto il corpo e "si trasforma secondo l'uso assegnato, con lentezza di albero", e con esso la mente, l'intelligenza, la sensibilità. Il binomio mente-corpo percorre tutto lo scritto: è il rebus che deve risolvere il piccolo protagonista, un bambino di dieci anni intrappolato in un corpo che non gli piace. Per Erri bambino è la sentinella di una mancata corrispondenza anagrafica tra il corpo e la mente, lui che legge tanto, risolve cruciverba, intuisce la stortura che si perpetua negli adulti che "non erano i giganti che volevano credersi" ma bambini deformati: un corpo ingombrante, un cervello piccolo.
L'autore festeggia così il suo "giubileo privato" facendosi avvicinare dal lettore e vincendo le sue reticenze perché esistono in lui, ancora oggi, delle "chiusure insuperabili".
Il linguaggio poetico, sintetico, evoca immagini, sensazioni ed emozioni solo come la poesia sa fare e tu ti chiedi, come la madre: "ARO SI' ASCIUTO?" - Da dove sei uscito?.
Lo sfondo del quadro è un ritratto, anch'esso a pennellate brevi, dell'Italia e non solo, degli ultimi cinquant'anni. Memorabili le parole sulla perdita dei genitori, su settembre e sulla sua attuale vita sentimentale in una ambientazione marina con, all'orizzonte, non il più infinito dei mari ma la meraviglia suscitata dalla passione per la montagna.