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Il passato ritorna
Romanzo difficile questo di Remo Bassini, quasi la ricerca di una prova della maturità letteraria, e non solo quindi una conferma della consapevolezza artistica delle opere precedenti.
Ritroviamo in questo testo elementi già presenti e radicati, soprattutto in “Dicono di Clelia”, un intreccio di storie e di personaggi apparentemente non collegati, ma che poi finiscono con il convergere in un’unica visione comune che, nel caso specifico, è la realtà attuale, sempre frutto dei trascorsi, di quel passato attraverso il quale costruiamo poi il presente.
Non intendo considerarlo un romanzo di genere, perché la tensione emotiva propria del giallo è nel DNA di Bassini, né posso intenderlo come un testo in cui si sviluppa l’esoterismo, anche se questo finisce con l’essere presente, ma non costituisce l’elemento dominante.
A fare i conti con il passato sono tutti i protagonisti di questa vicenda e in primis quello principale, quell’Anna che di cognome fa probabilmente non a caso Antichi, quasi un emblema della finalità dello sviluppo narrativo. E’ a lei soprattutto che l’autore rivolge la sua attenzione, in modo quasi ossessivo, perché è lei che dà il ritmo della narrazione, che si esprime attraverso una serie di flash back che rimandano di volta in volta a vicende passate.
E’ una parte essenziale questa e il ricorso a continui tuffi nella memoria appare determinante nel delineare la vicenda, anche se devo ammettere che appesantisce un po’ la fluidità del discorso, ma comprendo pure che, francamente, Bassini non aveva altre possibilità per il modo in cui ha impostato lo sviluppo del suo romanzo.
Come dicevo tutti i personaggi devono fare i conti con il loro passato e sono legati da un evento luttuoso che ha segnato la loro vita. Per Anna è la morte del padre Leone, per Fabrizio, il poliziotto di cui Anna è innamorata, è il decesso dell’adorata moglie; analoghe perdite sono quelle che toccano Mario, scrittore di successo imbarbarito dopo il suicidio di un figlio e per Antonio a cui viene a mancare l’amico fraterno. Ma ci sono anche altri tipi di lutti, quali quello di Roberto, abbandonato dalla moglie.
Questi personaggi che sono venuti a mancare assurgono a figure determinanti in chi è restato, figure che in vita non erano state giustamente valutate e su cui non era stato riversato l’affetto adeguato. Questi fantasmi ora bussano alla porta di individui che hanno la percezione di essere degli ingrati e che, a differenza di altri romanzi di Bassini dove hanno l’attitudine a risolvere i problemi con la fuga, qui fanno i conti con il loro passato, con rimorsi, con rimpianti, esami di coscienza sui quali tentare di ricostruire una vita, di avere un futuro.