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Dietro una lastra di vetro
Chi ha scritto un libro, solitamente ha grandi velleità. Si scontra poi con il giudizio altrui. Forse la verità è che una volta terminato, e pubblicato, il libro non è più suo, diventa patrimonio letterario di chi lo legge. Così accade che un libro scritto da un’insegnante, sulla scuola, diventi per me un romanzo sulla solitudine. Il protagonista, un ingenuo ragazzo proveniente da una piccola isoletta del sud, e dunque non avvezzo alle mode di una Torino scolastica in stile alto borghese, racconta in prima persona, il percorso formativo ( deformante? Giudicate voi.) in un liceo classico frequentato da compagni alla moda e ragazze irraggiungibili. La solitudine adolescenziale che poi sfocia in patologia vera e propria, è il lungo, costante, ritmo che batte in tutto il romanzo. Come una vertigine, si avverte in ogni pagina, il rumore assordante di un doloroso, a volte malinconico, soliloquio, un muto grido disperato di aiuto per infrangere la solitudine, lastra di vetro tra lui e il mondo reale. Ma il ragazzo ha talento, anzi due. Uno è quello scolastico, traduce i classici latini con passione ed amore, ma sarà maltrattato da lui e dalla scuola. L’altro nascerà naturalmente, inconsapevolmente, scivolerà lungo tutte le pagine del romanzo senza apparirvi e alla fine sorprenderà tutti, protagonista compreso. Vi lascio, per chi non lo ha letto, il gusto di scoprire se, al termine del romanzo, c’è un riscatto o no. Fatto sta che questo libro mi fa pensare alle cose non dette, alle parole ingoiate dall’orgoglio, dalla rabbia, dal senso di inadeguatezza, le frasi che sono mancate e che abbiamo trovato dopo, a tempo scaduto. Forse l’autrice voleva parlare d’altro, non lo so, ma il romanzo che ho letto io mi ha trasmesso questo. Buona lettura.
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Commenti
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L'ho letto qualche anno fa, ricordo che la prima parte mi piacque moltissimo, mentre dal punto in cui iniziava il rapporto surreale del protagonista con la pianta, mi sembrò di non capire più dove l'autrice volesse portare il lettore. Il finale mi lasciò delle perplessità.
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Il tuo commento mi è piaciuto.
Della Mastrocola ho letto solo i libri sul degrado della scuola in Italia, che forse hanno avuto qualche effetto.