Dettagli Recensione
Il matto rosso
Libro che inizia in sordina, strutturato con un registro stilistico non frequente, quello di una lettera, che si presenta subito come dolce, lenta e lunga. Racconta di un incontro, in un paese strambo, tra una giovane ragazzina ed un personaggio eccentrico e sgradevole, terribilmente malinconico, aggressivo, irritabile, ruvido e solitario, un fannullone imprigionato in se stesso. Teresa e Van Gogh. E’ una storia di fantasia, in cui l’autore immagina, ricostruendo alcuni tratti della vita del pittore, quale possa essere stato l’inizio della sua follia geniale. Ed attribuisce l’inizio ad un ipotetico incontro con una ragazzina che può aver mostrato a lui la direzione in cui camminare per raggiungere la sua meta, il paese dei colori. Perché nei colori Van Gogh ha trovato una strada universale. Veramente molto belle sono le pagine in cui si esprime la potenza dei colori, che sono una vera forza della natura. Sono pagine eccellenti, soprattutto se le associ ai tratti caratteristici dei quadri di questo pittore. Però la storia che è la tessitura del libro, ovvero la vita di questo paesino, il paese giallo, e l’ambiguità sessuale di Teresa, che si scopre solo nell’ultima parte, declassano decisamente la buona idea iniziale dell’autore. Alla fine siamo di fronte ad un racconto di anime in gabbia, con però poco senso e poco stile.
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