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Il nero e l'argento
 
Il nero e l'argento 2014-07-31 15:42:44 ant
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
ant Opinione inserita da ant    31 Luglio, 2014
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colori

Un rapporto di coppia stanco, narrato in un modo molto struggente da Paolo Giordano, il nero e l'argento del titolo non sono altro che le rappresentazioni, in forma di colori, degli umori e degli stati d'animo di Nora e di suo marito.
Nel libro, insieme alla coppia di protagonisti, rivestono un ruolo molto importante il figlio Emanuele e soprattutto la cosiddetta signora A. o Babette come la chiama Emanuele, che sarebbe la vicina di casa dei personaggi principali, in seguito anche badante e baby sitter di Emanuele.
Attraverso l'analisi dei comportamenti e delle vicissitudini della signora A, l'io narrante, fa dei continui parallelismi con quello che accade sia esternamente che soprattutto interiormente ed emotivamente tra lui e Nora. La signora A. diventa lo specchio deformante dell'esistenza e della buona riuscita del rapporto di coppia dei primattori; qualche riga prima scrivevo di vicissitudini incorse da Babette, ed è proprio l'allontanamento misterioso da un giorno all'altro della signora A. che porta la coppia a veder vacillare le proprie certezze. In un primo momento Nora e suo marito pensano a sciagurati comportamenti o frasi o azioni, che abbiano potuto offendere o comunque scuotere l'animo della dignitosissima Babette, quando poi scoprono che si tratta di un problema di salute serio, ecco che in tutti i protagonisti della storia matura quella voglia di scrutarsi dentro a fondo pensando a quello che sarà , a quello che è stato etc.
Quest'analisi interiore mi è molto piaciuta ed è la parte migliore del libro a mio avviso.
Voglio concludere estrapolando un passaggio in cui l'io narrante, avendo la moglie rilassata e sonnecchiante sulla sua spalla e riflettendo su frasi di un libro appena letto,la scruta e pensa:
"""Mi soffermo sull'analogia che il dott.Galeno(dal libro "L'imperatore del male" di S. Mukherjee) aveva evidenziato fra il cancro e la malinconia, entrambi portati da un eccesso di umore nero...e guardo Nora, indeciso fra la commozione e l'invidia: la sua linfa scorre chiara, limpida e copiosa a dispetto di tutto. Sono convinto che la sua vitalità è inesauribile, che nulla, neppure il dolore più definitivo, neppure il lutto più grave sarebbero in grado di ostacolarla. In fine dei conti, non si è quasi mai felici o infelici per ciò che ci succede, si è una cosa o l'altra a seconda dell'umore che ci scorre dentro, e il suo è argento fuso, il più bianco fra i metalli, il migliore fra i conduttori, il riflettente più spietato"""...
Introspettivo

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