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Il sentiero dei nidi di ragno
 
Il sentiero dei nidi di ragno 2014-07-31 13:18:16 MatteoADP10
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MatteoADP10 Opinione inserita da MatteoADP10    31 Luglio, 2014
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IL VERO SENTIERO SI CHIAMA VITA

Capolavoro tutto italiano targato Italo Calvino. Un libro, Il sentiero dei nidi di ragno, che merita di essere letto e amato per la propria innocenza e per il costante disincanto con cui, nel bel mezzo delle pagine, Pin va a nozze.

Pin è un bambino, e come tutti i bambini è curioso. Curioso di vivere, di crescere. Ma Pin è anche un bambino diverso. Pin è un bambino grande, un bambino adulto. Uno che con gli adulti parla tutti i giorni. Ed è così che passa dai giochi di infanzia alla dura realtà della guerra partigiana.

Quando lessi per la prima volta questo libro, frequentavo il quinto anno delle superiori. Stiamo parlando di un annetto e mezzo fa, eppure ricordo bene le immagini che questo manoscritto mi ha regalato. Pin contento in mezzo agli adulti. Pin che spia sua sorella con il militare tedesco; Pin che accarezza la canna lucida e scura della pistola che considera come un trofeo. E poi le sue amarezze, le sue delusioni, tutti piccoli gioiellini, dettagli che contribuiscono a caratterizzare un protagonista diverso, insolito, però piacevole.

Calvino prende la palla al balzo e racconta, attraverso il disincanto e il quasi fiabesco modo di vedere la vita dei bambini, le vicissitudini e le difficoltà della guerra partigiana; le violenze e i turbamenti emotivi. E accozza nel libro una serie di personaggi indimenticabili che avranno il loro momento di gloria.

Un libro per capire sorridendo e per emozionarsi un po'. Quel tanto che basta per voler tenere la mano a Pin. E incamminarsi con lui.

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Commenti

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Bel commento, Matteo.
Anche a me il libro è piaciuto. L'autore racconta la Resistenza senza monumentalizzarla, e la scelta di mettere in azione un gruppo di partigiani un po' sgangherato ne fa un romanzo piuttosto originale e fuori dagli schemi ideologizzati.
In risposta ad un precedente commento

02 Agosto, 2014
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Grazie mille :)
Concordo in toto. Se non erro si tratta anche del romanzo di esordio di questo autore. Originale anche la scelta di raccontare la storia attraverso gli occhi puri e innocenti di un bambino. Una novità stilistica che, in quanto tale, mi sembra sia stata inedita e poi riutilizzata in più contesti e da più autori.
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