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Un italiano allo specchio
Con il suo “Il desiderio di essere come Tutti”, Piccolo ha vinto la competizione dello Strega 2014.
Ha vinto un non-romanzo, un racconto figlio di una stratificazione narrativa tra diario, memorie e saggio.
Piccolo ha trovato una sua chiave espressiva per raccontarsi e per raccontare la crescita di un giovane italiano che oggi sta per raggiungere i cinquant'anni; è la crescita di un uomo in parallelo ed in simbiosi alle vicende politiche italiane degli ultimi quarant'anni.
E' tanta la politica tra queste pagine, dove destra sinistra e centro sono raccontate sempre e solo da un punto di vista unilaterale, quello dell'autore, attraverso momenti di riflessione e di analisi personale e sociale anche complessi.
Piccolo non cela il proprio pensiero ma lo manifesta da subito, inanellando descrizioni particolareggiate sulle correnti politiche e soprattutto sui protagonisti della politica.
Sfilano Berlinguer, Moro, Berlusconi, raccontati attraverso riferimenti di eventi e momenti certamente cruciali e di notevole interesse per la collettività.
Ma l'autore ricerca un'analisi di sé, degli ideali divenuti zoccolo duro della propria formazione, convogliando ricordi, ispirazioni, insegnamenti, momenti privati e pubblici in un unico contenitore.
A lettura terminata è impossibile non soffermarsi su determinate riflessioni.
Apprezzabile il coraggio dell'autore di mostrare il proprio pensiero in maniera diretta con la consapevolezza che le proprie considerazioni, anche forti, possano non risultare gradite ad una fetta di pubblico.
Ottima la capacità di analisi sul piano personale, toccando riferimenti del mondo della psicologia, della filosofia e dell'etica.
Rimane un grosso “ma”; in un momento storico e sociale come quello attuale, il libro di Piccolo rischia di far sorridere o annoiare, dipende dai punti di vista, perchè associare la parola “politica” a valore, esperienza di vita, credo, moralità, amore, sembra un'operazione fuori luogo e fuori tempo.
Il valore letterario di quest'opera è labile, fermandosi ad una penna curata ed ad un linguaggio efficace e raffinato, buone le intenzioni di contenuto ma a tratti logorate da un soggettivismo estremo e monotematico.
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Commenti
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non voglio scoraggiare nessuno dalla lettura questo titolo, anzi mi piacerebbe leggere altri commenti :-)
amo seguire i premi, perchè volenti o nolenti fungono da vetrina, quindi danno a me la possibilità di andare alla scoperta di qualche buon autore e di capire le strade attuali percorse dagli autori moderni.
Lo scetticismo scatta anche da parte mia sulla genuinità della scelta delle opere in concorso eppoi sulla votazione finale, frutto talora di giudizi opinabili.
Ci sono tante manovre commerciali nei concorsi, eppure a volte è anche possibile incappare in un'opera talentuosa; ad esempio ricordo con piacere la scoperta di Fabio Stassi, tra i finalisti del Campiello 2013.
Questa vittoria di Piccolo mi ha spiazzato abbastanza, è a suo modo un contenuto forte, ma non sono convinta della valenza letteraria, eppure nulla da eccepire sulla sua penna.
Personalmente non ho alcuna voglia di leggere questo libro , per ciò che ho percepito da interviste... (come sai se ne è parlato molto, ma poco in termini propriamente letterari). Tu hai evidenziato le mie stesse perplessità col quel " ma " ,e quanto segue.
Seguo il fiuto che talvolta potrà condurmi fuori strada ma almeno mi lascia la netta sensazione di gestire ancora la mia vita. Grazie cara. :)
Tra l'altro il mio passato con Piccolo e' da dimenticare. Hai piu' letto quel bruttone che mi pare proprio di avere scambiato con te ? Secondo me lo hai letto e ti ha tanto disgustata che non hai perso nemmeno tempo con una rece negativa :-)
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