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Milano e Giada
Una discesa agli inferi, partendo da situazioni banali e molto comuni. Il romanzo inizia in una fredda sera di metà febbraio, a Milano, una ragazza in carriera, Giada, ha come ospite a cena a casa sua un rampante uomo d'affari e per dare un tocco esotico ai suoi piatti esce x comprare sale rosa himalayano. Mentre Giada attraversa i giardinetti pubblici, le si avvicina un mendicante x chiedere soldi, l'alito cattivo di quest'ultimo, la faccia deturpata, l'insistenza, scatenano in Giada un senso di repulsione che la portano a scacciare via il seccatore con insofferenza e brutalità. Yon, il nome del diseredato, a questo punto toccato nel vivo blocca Giada e la trascina dietro un albero e da lì in poi la discesa agli inferi di Giada ha inizio. La ragazza viene portata in una baracca, alla periferia di Milano, in balia di Yon e del suo compare Dimitru.
L'autrice è abilissima a tracciare il quadro psicologico, comportamentale e sociale della protagonista, descrivendone le ambizioni sfrenate di carriera e il contesto in cui abitualmente lavora , allo stesso tempo vengono dettagliatamente sviscerati usi, costumi e abitudini molto provinciali e da parrucconi dei familiari, vicini di casa, amiche e amici etc. In una situazione drammatica come un sequestro maldestro di persona, tipo quello descritto sopra, invece di far emergere immediatamente angoscia e preoccupazione nelle persona vicine a Giada, paradossalmente è fonte di critiche sfrenate e maldicenze sulla malcapitata e prima che le indagini partano con decisione , passano parecchi giorni e la povera Giada sopravvive di stenti e privazioni a due passi da una delle città più moderne d'Europa.
Un presa di coscienza, da parte di Giada, che la sua vita fino al rapimento sia stata vissuta circondata da gente a dir poco inutile, d'altro canto sia i colleghi che i familiari di Giada, se apparentemente si mostrano ai mass media preoccupati e in ansia x le sorti della rapita, in cuor loro sono più che infastiditi di dover dar dettagli sulle loro vite private e di dover rallentare i loro frenetici ritmi di vita per dare spazio alle indagini e alle notizie sulla rapita.
Notevole spaccato psicologico, che fa riflettere sulla falsità e vacuità di tante esistenze basate sul nulla.
Giada riesce a liberarsi, ma la sua vita non sarà più come prima, con una sorpresa finale che spiazza veramente. Concludo riportando il commento di un ragazzo di 16 anni che x rincuorare Giada dice:
..."Il passato non molla la presa, è un'ombra che prima o poi si ripresenta. Inutile far finta che non ci sia stato ed escogitarne uno diverso. Sfruttalo così com'è fallo diventare leggendario"
Note personali: ho iniziato questo libro nei giorni in cui è sparita l'imprenditrice romana M. Giorlandino, in più il testo inizia la sera del 13 febbraio(data del mio compleanno) e il rapimento di Giada avviene nei giardinetti nei pressi della fermata metro Pagano(a Milano) che io conosco molto bene.
Questo libro non lo dimenticherò facilmente