Dettagli Recensione
Il nero e l'argento di Paolo Giordano
Come non mi era piaciuto il romanzo d'esordio di questo scrittore, non ho amato nemmeno quest'ultima opera (sicuramente non mi trovo sulla sua lunghezza d'onda). La storia inizia con il racconto della difficile gravidanza della moglie del protagonista, Nora, con il conseguente ingresso nella famiglia della signora A., per aiutare la coppia nel ménage domestico. La governante resterà anche dopo la nascita di Emanuele e diverrà uno dei protagonisti principali del romanzo, portando un carico di umanità e di "normalità" che mancavano in questa famiglia borghese e divenendo il faro e il testimone del loro rapporto. I protagonisti non si interessano particolarmente della sua vita, finché lei non darà le proprie dimissioni, causando in loro un trauma e uno scombussolamento, che li porteranno a capire che la signora A. si è dimessa a causa di un cancro. Qui inizia la fin troppo puntigliosa descrizione, da parte del protagonista, della malattia e della inevitabile decadenza, che la porterà fino alla morte. Il nero, che è il colore del cancro, è anche in colore lo spirito del giovane protagonista di questa storia, profondamente malinconico (come quello di Giordano stesso). Forse è questo che lega il protagonista del romanzo alla figura di Babette (la signora A.) e invece lo allontana da sua moglie Nora. La linfa di Nora scorre chiara, limpida ed energica, a dispetto di tutto. Lui è il nero, lei è l’argento. E forse i loro umori non si mescoleranno mai.
La lettura è comunque consigliabile.
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