Dettagli Recensione
Mazzantini a briglie sciolte
Sconsiglio, innanzitutto, di affrontare questo romanzo se non si è ancora letto niente della Mazzantini: di sicuro non è qui che la scrittrice esprime il meglio di sé e - sebbene non sia del tutto da scartare - il libro dà l'impressione di essere materia grezza su cui lavorare di lima.
La prima parte è surreale e demenziale nella descrizione di una famiglia strampalata, in particolare di Anemone e Ortensia, due gemelle eterozigote, due facce della stessa medaglia.
Bella, formosa, boccolosa e senza un pensiero al mondo la prima, brutta, rinsecchita, pelosa e fobica la seconda. C'è poi un tacchino antropomorfizzato che fa un po' effetto cartoon e tutta una serie di personaggi secondari sopra le righe, compresa la psicanalista freudiana fuori di testa (la critica satirica ai metodi psicanalitici ispirati a Freud è abbastanza esplicita).
“Io adoro le chiacchiere, adoro il suono delle cose a vanvera, dei barattoli spinti da un piede, a caso”, rivela la gemella Anemone a Manola, maga silenziosa a cui entrambe le sorelle si rivolgono per avere consiglio.
E il libro all'inizio altro non è che un insieme logorroico di situazioni assurde e riflessioni, non esenti peraltro da luoghi comuni.
Si riprende nella seconda parte, con una buona dose di ironia tagliente che punta l'indice su certe fragilità femminili, come la tendenza a vedere un principe azzurro anche dietro un rospo, con annessi e connessi di sapore masochistico che la scrittrice riesce a riportare in maniera esilarante e talvolta anche brillante. Nei momenti migliori ricorda la Nothomb ma - ahimé - senza il dono della sintesi.
La scrittura è scoppiettante e variegata, con frasi articolate, volutamente ridondanti, ed espressioni gergali: “La casalinghitudine è così densa di emozioni. Ho appena lavato i boxeroni di Poldo, e nel bagno ho vissuto un momento inebriante”.
Forse questa è l'opera in cui in cui la Mazzantini rivela più senso dell'umorismo, ma la prolissità e l'esasperazione di certi contenuti smorzano l'efficacia del messaggio di fondo.
Piuttosto di bassa lega la trovata finale di un autobus pieno di neri che liberano l'ex racchia (perché i ruoli a un certo punto si rovesciano) della sua ingombrante verginità: “...ho sentito che quello che stava accadendo era l'archetipo di ogni desiderio femminile”. Mah.
Il destino dell'altra sorella - va da sé - non sarà altrettanto appagante: effetto delle arti magiche di Manola o incontro di due estremi inaspettatamente vicini?
Spetta al lettore capirlo, ammesso che abbia voglia di fare un tuffo nell'immaginazione a briglie sciolte della scrittrice.
Indicazioni utili
- sì
- no
Commenti
11 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Ordina
|
Ciao
Vedremo :-)
@Bruno: più che crudele direi con un fondo maschilista e razzista, anche se l'intento della scrittrice è sicuramente provocatorio.
@Cub: non è un romanzo imperdibile :-)
@Gracy: eheheh :-)
Bruttino tanto, mollato. Lo vendo o lo scambio proprio.
11 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |