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Manola
 
Manola 2014-06-12 10:39:24 Cristina72
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
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Contenuto 
 
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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    12 Giugno, 2014
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Mazzantini a briglie sciolte

Sconsiglio, innanzitutto, di affrontare questo romanzo se non si è ancora letto niente della Mazzantini: di sicuro non è qui che la scrittrice esprime il meglio di sé e - sebbene non sia del tutto da scartare - il libro dà l'impressione di essere materia grezza su cui lavorare di lima.
La prima parte è surreale e demenziale nella descrizione di una famiglia strampalata, in particolare di Anemone e Ortensia, due gemelle eterozigote, due facce della stessa medaglia.
Bella, formosa, boccolosa e senza un pensiero al mondo la prima, brutta, rinsecchita, pelosa e fobica la seconda. C'è poi un tacchino antropomorfizzato che fa un po' effetto cartoon e tutta una serie di personaggi secondari sopra le righe, compresa la psicanalista freudiana fuori di testa (la critica satirica ai metodi psicanalitici ispirati a Freud è abbastanza esplicita).
“Io adoro le chiacchiere, adoro il suono delle cose a vanvera, dei barattoli spinti da un piede, a caso”, rivela la gemella Anemone a Manola, maga silenziosa a cui entrambe le sorelle si rivolgono per avere consiglio.
E il libro all'inizio altro non è che un insieme logorroico di situazioni assurde e riflessioni, non esenti peraltro da luoghi comuni.
Si riprende nella seconda parte, con una buona dose di ironia tagliente che punta l'indice su certe fragilità femminili, come la tendenza a vedere un principe azzurro anche dietro un rospo, con annessi e connessi di sapore masochistico che la scrittrice riesce a riportare in maniera esilarante e talvolta anche brillante. Nei momenti migliori ricorda la Nothomb ma - ahimé - senza il dono della sintesi.
La scrittura è scoppiettante e variegata, con frasi articolate, volutamente ridondanti, ed espressioni gergali: “La casalinghitudine è così densa di emozioni. Ho appena lavato i boxeroni di Poldo, e nel bagno ho vissuto un momento inebriante”.
Forse questa è l'opera in cui in cui la Mazzantini rivela più senso dell'umorismo, ma la prolissità e l'esasperazione di certi contenuti smorzano l'efficacia del messaggio di fondo.
Piuttosto di bassa lega la trovata finale di un autobus pieno di neri che liberano l'ex racchia (perché i ruoli a un certo punto si rovesciano) della sua ingombrante verginità: “...ho sentito che quello che stava accadendo era l'archetipo di ogni desiderio femminile”. Mah.
Il destino dell'altra sorella - va da sé - non sarà altrettanto appagante: effetto delle arti magiche di Manola o incontro di due estremi inaspettatamente vicini?
Spetta al lettore capirlo, ammesso che abbia voglia di fare un tuffo nell'immaginazione a briglie sciolte della scrittrice.

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Consigliato a chi ha letto...
Daniel Pennac, Amélie Nothomb.
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Commenti

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Ahhahhehhehhahh! Divertentissimo commento.... Non credo che la vena "commediola leggera" sia il vestito giusto per la Mazzantini (anche se apprezzabile può essere lo sforzo..), non posso proprio capacitarmi dell'umorismo da "casalinga disperata" durante il bucato intimo, tantomeno il pullman di neri.......
Spassosissimo....peccato che non ti abbia convinta fino in fondo....comunque avendo letto sia Pennac (che adoro) che la Nothomb....me lo consiglieresti?
Di bassa lega (il finale), ma anche crudele, vero? :-)
Ciao
Non sembra nemmeno tu stia parlando della Mazzantini. Il libro ce l'ho ma non ancora letto.
Vedremo :-)
@Francesca e Marcy: le uscite esilaranti in effetti non mancano, nonostante qualche caduta di stile. Comunque, Marcy, se adori la famiglia Malaussène di Pennac forse apprezzerai anche la prima parte, che io ho trovato noiosa :-)
@Bruno: più che crudele direi con un fondo maschilista e razzista, anche se l'intento della scrittrice è sicuramente provocatorio.
@Cub: non è un romanzo imperdibile :-)
Interessante e puntuale recensione, che rafforza la mia idea che, almeno in Italia, vengano pubblicati libri 'prima che giungano a maturazione' .
Ihihihih!! Spassosa più Cristina che la Mazzantini :)
In risposta ad un precedente commento
Portoro
13 Giugno, 2014
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Le citazioni sono allarmanti. Di lei so giusto che è la moglie di Castellitto (ma da qualche parte in libreria devo avere "Il catino di zinco"). Comunque, uno scrittore non può ricorrere alla parola "casalinghitudine": certi luoghi comuni rivelano uno snobismo pretenzioso, alla Geppi Cucciari, che bisogna punire.
@Emilio: grazie! In effetti mi sembra un libro da rimpastare ben bene @Neri: il termine è usato in tono ironico, volutamente banale e grossolano: i difetti del libro sono altri! A mio parere anche Il catino di zinco non è un granché, prova piuttosto Non ti muovere o Venuto al mondo. La Mazzantini sta comunque molte spanne al di sopra di altre scrittrici nazionali.
@Gracy: eheheh :-)
Lo avevo in casa da anni e finalmente mi son decisa a iniziarlo...beh, alla seconda parte non sono arrivata.
Bruttino tanto, mollato. Lo vendo o lo scambio proprio.
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