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“Pezzi di famiglia”
“Mi è arrivato un SMS di mio fratello: ‘Parlato con papà. Stasera vengo a casa tua alle 8’. Al diavolo i miei progetti per la serata ma non importa, io sono il maggiore e non posso dargli buca per una partita a calcetto. Mettiamola così, stasera si chiude il cerchio. Paolo gli avrà detto di no e ora il mio caro papà o inizia la dialisi e si mette in lista per un trapianto o presto morirà. E al punto di saturazione in cui mi trovo, francamente non me ne frega niente!”
Un testo conciso, ma vigoroso, dalle intonazioni cupe, tuttavia composto con estremo garbo. Sono queste le prime valutazioni che emergono leggendo il bel romanzo d’esordio di Cinzia Doti “Pezzi di ricambio”. Una prova notevole e coraggiosa, dato il tema da lei preso in esame: gli stretti legami familiari, i rapporti interpersonali e i “doveri” ad essi inerenti nei confronti di una scelta estrema, come il donare un proprio organo vitale ad un consanguineo. La giovane autrice affronta la questione narrando le vicissitudini di una famiglia divisa, composta da una madre costantemente depressa e da due giovani fratelli, che provano un forte risentimento nei confronti di un padre che li aveva abbandonati quando erano bambini. Quest’ultimo si ripresenta ai figli, vent’anni dopo, gravemente ammalato e con la pretesa che uno di loro gli doni un rene.
Cinzia Doti accenna inoltre, quasi in sordina, a due altre tematiche connesse strettamente al romanzo, quella del traffico illegale degli organi e dello spaccio ed uso di stupefacenti.
Un testo che, pur trattando tematiche sociali, etiche ed esistenziali assai rilevanti, è stato concepito con grande sensibilità dalla neoscrittrice. La quale, pur essendo alla sua prima prova letteraria, non cade nel tranello di eccedere nei toni e nel linguaggio verso una deriva truculenta. L’autrice fa invece uso di una scrittura essenziale, a volte assai penetrante e cruda, per narrare sotto forma di diario il travaglio emotivo, e per certi versi anche sociale, di Pier - il fratello maggiore, protagonista principale del racconto - e dei suoi famigliari di fronte al dilemma: favorire un padre ed un marito da sempre assente, puttaniere incallito, dispotico e pieno di sé o abbandonarlo al proprio destino? Un aut aut che se da un lato intensifica i rapporti fra i due fratelli e la madre, dall’altro ne evidenzia le differenze caratteriali.
Un libro non molto voluminoso per numero di pagine, ma sostanzioso per le questioni affrontate dalla sua autrice tramite una scrittura fluida e mai banale. Un romanzo scorrevole nella sua lettura, che scava però in profondità nelle coscienze dei suoi lettori.
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Roberto Barzi
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