Dettagli Recensione
Tutto fa un po' male... e quanti stereotipi!!
Sicuramente il libro più duro della Mazzantini.. duro, nudo e crudo.. anche troppo... a volte, soprattutto nella prima parte, si aggrappa a troppi stereotipi (sesso occasionale, paura del contagio, uso di droghe leggere, pregiudizi della società, eterosessualità simulata..)... la seconda parte è più libera, più lirica... l'esperimento della Mazzantini di assumere il punto di vista degli omosessuali è riuscito in minima parte... Tutto fa un po' male, un po' troppo, troppo è dolore, sofferenza e violenza… non c'è solo questo nella vita dei gay, è stereotipato.. A tratti non mi è sembrato di riconoscere una vita, la mia o quella di chiunque altro, mi è mancato il fiato per una totale e ingiusta mancanza di leggerezza che ha permeato interamente il libro... Cos'è questo accanimento su queste due fragili esistenze? Non vi pare eccessivo? Il tentativo di far apparire i protagonisti come eroi è fallito Margaret... Alla fine l'unico atto di eroismo lo compie Guido ma di certo non come coronamento di una vita di fulgido splendore come l'autrice vuole far credere... Cos'è splendore? Solo qualche morso di felicità in una vita intera? La vita di un omosessuale può essere appagante in modo assoluto cara Margaret, non come nel nefasto quadro da te assemblato nel libro. Poi la donna come figura salvifica è un po' troppo rimarcata proprio come la fatale autodistruzione dei protagonisti. Alla fine il messaggio più nobile sarebbe che siamo tutti angeli senza genere piuttosto che fare abuso di parole come "frocio, invertito, perverso" come l'autrice fa in alcune parti del libro (e in generale nelle sue ultime opere in cui il lessico è spinto oltre il licenzioso ma poi per ottenere che cosa? Avere uno slang che piaccia ai giovani?). I gay sono alieni tormentati agli occhi impietosi dell'autrice che solo raramente sembra avere uno sguardo benevolo verso i protagonisti per niente eroici ma ingiustamente condannati a un calvario insensato (per fortuna l'ambientazione è anacronistica). La rivelazione dell’abuso sessuale vuole essere un colpo di scena a effetto ma si rivela l’ennesimo luogo comune di cui è già pieno zeppo il libro. Discorso a parte per la parte finale del libro in cui Guido ha il suo vero riscatto e decide di perseguire un senso di libertà assoluto, di lottare davvero per il suo amore impossibile, e diventa quindi un personaggio molto più interessante e complesso. Anche il finale senza "lieto fine" non mi è dispiaciuto (era tutta la sofferenza che c'era prima ad essere esagerata!) anche se reputo che il gesto estremo di Guido nell'elemento marino in cui tante volte si era fuso insieme a Costantino (relegato in un altrove quasi ultraterreno) rinforzi ulteriormente un amore immaginato e mai raccontato fino in fondo dall'autrice.