Dettagli Recensione
HIGHLANDER A TEMPO......
Devo ammettere che le prime pagine di questo romanzo mi hanno piacevolmente stupita…
Lucio Battistini, il protagonista, si presenta. A pagina otto, comunica tranquillamente giorno ed ora del proprio decesso, dialogando con il lettore proprio in merito a questa rivelazione “rovina storia”, affermando che, visti i soldi spesi per l’acquisto del libro stesso, conviene portare avanti la lettura comunque……
E così, altri come me si convincono a fare…. Il killer che ha ucciso Lucio, viene definito dallo stesso, Amico Fritz, ma il suo nome ben più temibile è carcinoma epatocellulare.
Mi sono quindi preparata a leggere una storia emotivamente molto coinvolgente, con un pizzico di ironia a condire le pagine, che, forse, avrebbe in qualche modo reso più sopportabile il tutto.
Ahimè l’ironia, l’autore, non è riuscito a ben dosarla, il pizzico iniziale si è trasformato in poche pagine, in vagonate di stridente cattivo gusto, fino a trasformare la storia stessa in un accozzaglia di banalità e di episodi davvero poco credibili e presentabili come realtà…
Mi sono trovata a seguire il protagonista nei cento giorni precedenti alla propria dipartita a fare le cose più assurde, partendo dalle quotidiane abbuffate con amici e non, a base di ciambelle fritte, menù dall’antipasto al dolce di cibi ipercalorici e grassissimi ( ma il carcinoma al fegato non produce come sintomi inappetenza, nausea, vomito tra i tanti??). A fare veri e propri tour de force fisicamente impegnativi anche per l’italiano medio leggermente in sovrappeso ( la stanchezza e la febbre dove le mettiamo…)
La figura di Lucio Battistini si trasforma sotto i miei occhi in un Highlander a tempo, davvero impossibile da digerire.
E come la mettiamo con i rapporti interpersonali? Passi che il suo matrimonio sia in crisi per una relazione extraconiugale appena scoperta dalla moglie Paola, ma non posso credere che all’annuncio della diagnosi e soprattutto della brevissima aspettativa di vita, Paola non faccia una piega, continui a lavorare normalmente, esca con le amiche, mantenga un atteggiamento distaccato ed indifferente …. Ma dai? Anche gli amici d’infanzia sono macchiette senza arte né parte….
E poi dulcis in fundo…. Ecco che a pagina 73 si affaccia il problema spirituale…. Il protagonista informa il lettore di non credere in Dio, e fin qui, tutto bene, rispettabilissima la posizione “ATEO”, tanto quanto la posizione “CREDENTE”…. Ma caro Brizzi, non si può iniziare una campagna denigratoria nei confronti della religione in generale ed in particolare della religione cattolica, con affermazioni del tutto personali tipo:
“Una società evoluta non può essere schiava di antiche superstizioni.”
“….non esiste nessun aldilà, è un’invenzione delle religioni organizzate”
Piuttosto che mettere in bocca al tuo personaggio principale frasi tipo:
“ Mio nonno Michele era acerrimo nemico nei confronti dei credenti – li chiamava i “cretini”- e immagino che mi abbia trasmesso questo sentimento ostile.
“Nonostante gli sforzi promozionali della Chiesa cattolica e la proliferazione di beati e santi, non c’è un solo miracolo riconosciuto dalla scienza”.
E via di questo passo fino a raggiungere in alcuni punti quasi la blasfemia.
Mi scusi signor Brizzi ma percepisco un problema irrisolto con l’aspetto spirituale, non ritengo opportuno, riempire un romanzo che voleva essere “ironico intrattenimento” di affermazioni così pesanti sul cattolicesimo, perdipiù visto non è un trattato sul credere o meno in Dio.
Questo particolare davvero fastidioso (alla faccia che siamo in piena apostasia), unito a passaggi davvero ridicolmente inverosimili, mi ha fatto andare Lucio Battistini e la sua storia di traverso.
Questo desiderio di strappare la risata ad ogni costo e di sdrammatizzare forzosamente tutto, mi ha proprio infastidita.
Alcune cose non è possibile sdrammatizzarle, alcune cose, come una malattia mortale,vanno vissute in modo degno e decoroso. Non accetto che si costruisca un teatrino inverosimile intorno alla parola tumore tantomeno di fronte ad un'altra frase fondamentale: “fase terminale”.
E ho tutto il diritto di indignarmi signor Brizzi… lo sa?
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Commenti
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Grazie per la segnalazione, un libro che non leggerò mai.
Pero' Francesca...io ti avevo avvisata eh...
:-)
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Certi libri non meritano di essere letti.