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Come Dio Comanda
Beh... cosa dire! Il vero problema di Ammaniti, almeno quando scrive questi romanzi corali [Come Dio comanda edito da Mondadori nel 2006], è riuscire a trovare il bandolo della matassa perché, tra un pianto e una risa, esci fuori con la consapevolezza di aver letto un gran bel libro, in pochissimo tempo e senti, nell'aria, ancora il profumo della pioggia anche se fuori splende il sole da diverse settimane!
La famiglia Zeni, composta da padre e figlio, fa da sfondo ad un racconto nel quale si intrecciano le vite di un paesino di un Nord-Est che, sembra, aver perso il contatto con la realtà e, immerso dalla pioggia, stenta a comprendere il male dei suoi "figli".
Il disagio socio economico si arrampica su un problema più profondo come quello dell'ipocrisia lampante, chiaramente esplicitata nell'ultima parte del racconto, dove la pietà, cedendo al rancore, non fa però scaturire l'amore, come direbbe il grande Faber, ma solo la rabbia di chi, di questa ipocrisia, è vittima!
Se volessimo analizzare a fondo questo romanzo di vittime se ne troverebbero a iosa... ma il vero problema, come in tutti i lavori di Ammaniti, non è tanto il trovare la vittima, ma quanto il capire ciò che la circonda e la porta ad esserla. E' un po' come se si continuasse a osservare il dito tralasciando, in modo sciocco, la luna.
Su tutti i personaggi si erge la figura di Dio come "guida" ad ogni tipo di azione quasi a volerle giustificare, una auto-assoluzione preventiva... una specie di alienazione di feurbachiana memoria. Ma sappiamo che questa presentazione di Dio è "romanzata" e molto popolare rimandando, comunque, degli input importanti per riuscire a "ragionare" anche su questo.
Quindi se avete tempo e voglia, se vi volete far trascinare in una storia tragica dal sorriso semplice ed immediato, prendete questo libro mettetelo nella borsa dell'estate e vedrete che, sotto l'ombrellone al mare, anche voi riuscirete a sentire quel sapore di pioggia che permea tutto il romanzo del nostro caro Niccolò Ammaniti!