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Ultimo Requiem
 
Ultimo Requiem 2014-05-26 20:54:14 luvina
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
luvina Opinione inserita da luvina    26 Mag, 2014
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Ultimo Requiem

“Ultimo requiem” è un romanzo sull’Italia dell’ultimo trentennio scritto a quattro mani da una coppia di sceneggiatori Mimmo e Nicola Refele, rispettivamente padre e figlio. La storia prende inizio dalla strage alla stazione di Bologna il 2 agosto 1980 dipanandosi via via attraverso le stragi di Stato, la guerra di mafia, Falcone e Borsellino, Mani Pulite, la P2, la trattativa Stato-mafia, la nascita di Forza Italia fino all’epilogo che si svolge ai nostri giorni e che fa suo il motto “pecunia non olet”; sono questi gli anni nei quali la mafia ha cambiato volto, si è legata al potere politico entrando nella stanza dei bottoni, ha ripulito il denaro sporco attraverso canali economici privilegiati fino a far nascere una generazione di imprenditori dall’oscuro passato ma dall’immenso potere economico (com’è successo nella ex Unione Sovietica) che ormai poco ha a che fare con la figura classica del mafioso alla quale eravamo abituati.
I protagonisti della storia sono tre il commissario Carlo Settembrini, il magistrato Sergio Russo e Matteo Sabato, rampollo di una delle famiglie mafiose più influenti che riesce a fare il salto di qualità, seguono poi altri personaggi importanti al fine della narrazione e tutti ben delineati. E’ inutile dire, vista la professione degli autori, che il romanzo è scritto veramente bene, scorre in maniera perfetta, mai un cedimento, c’è perfino una playlist di canzoni di quegli anni che ci sembra sentirle uscire dallo stereo.
Non mi dilungherò oltre sulla trama perché questo è un libro che va letto; leggendolo ci si pongono molte domande, si rimanda la memoria ad episodi vissuti magari marginalmente, a nomi che si conoscono, ma soprattutto si creano sinapsi con recenti avvenimenti che ci hanno interessato come la “direttiva Renzi” che declassifica gli archivi segreti dello Stato o l’arresto di Scajola e il legame fra estrema destra, mafia, ex DC e falangisti libanesi.
Ho sempre pensato che un libro debba far riflettere, creare delle associazioni di idee e “Ultimo requiem” da questo punto di vista è perfetto. Il periodo raccontato nel romanzo è ormai storia (anche se molto vicina e ancora molto controversa)ma sono ancora molti i punti oscuri che lo caratterizzano.
“Ultimo requiem” è una “docufiction” e quindi perché non potrebbe essere andata veramente così? E’ probabile, è plausibile ma non è impossibile che sia andata così.

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Commenti

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Se non fosse per la qualifica di docufiction, sarebbe da adottare come testo di storia ultracontemporanea (a complemento di testi che quasi mai arrivano sino ai giorni nostri). E la prossima tappa del tuo percorso qual è?
Ciao,
Bruno
In risposta ad un precedente commento
luvina
27 Mag, 2014
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Sono d'accordo con te Bruno ma purtroppo alcune cose si possono dire solo attraverso il filtro della fiction. Il mio percorso si è spostato indietro nel tempo esattamente a 100 anni fa, la prossima tappa è il 1913!! :))
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