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Io che amo solo te
 
Io che amo solo te 2014-05-20 19:55:18 Mancini
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Mancini Opinione inserita da Mancini    20 Mag, 2014
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Un pezzo di Puglia

Il matrimonio in Puglia non è un evento, è una dimensione spazio-tempo parallela dove può succedere di tutto!
E solo chi lo ha vissuto in prima persona, come me, sa cosa vuol dire!
In questa storia si ripresentano uno dopo l’altro molti degli elementi tipici che sono parte strutturale delle vicende che caratterizzano il copione classico del matrimonio Pugliese, il quale ha sempre la stessa trama e spesso gli stessi interpreti.
A fare da cornice all’intero racconto è il potente Maestrale che continuerà a soffiare per tutta la durata della storia che si articola in un weekend. Ed il vento vuole rappresentare l’immancabile elemento che dà il via ad un serie di pensieri scaramantici che sono parte della linfa necessaria di un matrimonio, ancor più se Pugliese.
E via con gli scongiuri affinché almeno all’uscita dalla chiesa il vento ceda al clima di gioia e alle acconciature architettoniche delle signore pianificate già mesi addietro, ognuna dal proprio parrucchiere di fiducia, ovvio, perché il proprio è sempre il migliore!
I personaggi principali ci si aspetta siano la sposa e lo sposo, del resto è la storia del loro matrimonio, di fatto non è così perché traspare in modo più viscerale ed autentico la passione di vecchia data che accomuna Ninella, madre di Chiara (la sposa) a Don Mimì, padre di Damiano (lo sposo).
E’ dunque il ritorno al loro passato e la ricerca di riprendere in mano una passione che aveva visto i due consuoceri protagonisti tempo addietro a dare vita all’unico amore sano che è presente in tutta la narrazione, tanto sano quanto impossibile perché la vita ormai li ha portati verso percorsi diversi che si sono ricongiunti peraltro proprio grazie alla unione dei loro figli, condizione sufficiente a tenere i due “amanti” ognuno al proprio posto, sebbene….
Oltre questo Amore ci sono poi tutti gli altri, imperfetti, troppo giovani, immaturi.
Ad iniziare da quello degli sposi, spesso messo in dubbio da presenze che ritornano dal passato o dagli stessi attori appartenenti al palcoscenico delle nozze o da quello della giovane sorella della sposa alla ricerca spasmodica della perdita della verginità e di qualche chilo di troppo. O ancora a quello del fratello dello sposo, gay non dichiarato, del resto siamo in un piccolo paesino della Puglia, in una delle famiglie più ricche, come si potrebbe mai pensare di esternare tali “eresie”?!
Finiscono di condire questa simpatica storia alcuni ingredienti fondamentali di quella pugliesità viscerale che sono l’arrivo della zia della sposa, ormai da tempo residente al Nord, che non perde l’occasione di far notare come “loro”, al Nord, siano più emencipati oppure la madre dello sposo, tipico personaggio arricchito grazie alla fiorente attività del marito, Don Mimì, facoltoso commerciante del paese.
La lettura di questo libro è riuscita a farmi respirare “l’aria di casa mia”, l’aria di quella Puglia che riesce a farsi sentire attraverso tutti e 5 i sensi, incluso anche il sesto, ma solo per chi l’ha vissuta.
L’autore ha dovuto documentarsi molto bene, non essendo nato o vissuto lì, per riprodurre i luoghi e tutti i tratti tipici de quel posto e della gente che ci vive e posso dire che lo ha fatto in modo egregio.
La lettura diventa scorrevole e strappa più di qualche sorriso regalando momenti di spensieratezza e, per chi come me ci è vissuto, dei forti e piacevoli ricordi.

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Commenti

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Mi sembra ricordare un recente film di Ozpetek...
In risposta ad un precedente commento
Mancini
22 Mag, 2014
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"Allacciate le cinture"?
Non l'ho visto, ma credo valga la pena!!!
Se non sbaglio, dovrebbe essere "Mine vaganti"...
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