Dettagli Recensione
Soldadera
Viva la vida e' un urlo di dolore, di amore, di volonta' e forza. E' l'inno di una donna straziata giovanissima nel corpo e nell'anima, un incidente in autobus che spalanca le fauci alla Morte. Frida e i lunghi capelli impastati di sangue e oro, quegli occhi neri profondi non abbassano lo sguardo e schiaffeggiano la Pelona a cui sopravvivera' a lungo , benche' essa pasteggi ogni giorno con un angolo del suo corpo. Busti, morfina, operazioni chirurgiche e pennelli di zibellino per colorare la lordura dello strazio con la vitalita' di una guerriera messicana. La forza ed il cuore di una nazione in una piccola donna e nelle sue cicatrici.
Il breve libro di Cacucci si divide in due parti : la prima caratterizzata da un monologo che dà voce alla pittrice. La seconda parte stilisticamente e' piu' riconducibile a una biografia, attraverso lampi di ricordi e momenti. Benche' ogni pagina del volume trasudi l'amore di Cacucci per Frida ed egli si sforzi di offrircela con tutta l'intensita' di cui e' capace - e io lo ammiro e lo ringrazio-, ritengo che la vita della Kahlo sia stata talmente intrisa di dolore e di una singolare forza di volonta' che solo Frida Kahlo stessa puo' riuscire a raccontarsi . Non c'e' emulazione che regga il peso di certe vite, nemmeno quella letteraria. Ho amato il contenuto ma il monologo non mi e' piaciuto come strumento.
Forse si tratta di timing sbagliato, avendo gia' letto LETTERE APPASSIONATE. Sebbene affrontarle sia stato piu' frazionato rispetto al pezzo di Cacucci che si legge d'un fiato, in esse si riscontra un 'intensita' impareggiabile, dalla viva voce di Frida.
Trovarsi di fronte a un quadro della Kahlo e osservare il colore che esso sprigiona, la pennellata, i dettagli e soffermarsi su una fotografia del medesimo dipinto, per quanto realistica possa essere la riproduzione, essa non sara' mai pari al vero. Noi non possiamo riprodurre il quadro, possiamo scattare una splendida fotografia.
Ecco perche' il monologo non mi ha soddisfatta. Avendo gia' tastato in prima persona la testimonianza di Frida, l'altrui impersonificazione non mi ha emozionata.
Nella seconda parte del libro l'autore parla della pittrice ripristinando i ruoli di ognuno e se qui forse il pathos sarebbe dovuto essere inferiore, il racconto mi ha offerto invece una intensita' ardente, Frida Kahlo rivive, nella passivita' descrittiva che diventa piu' vivida di qualsiasi monologo. Il narratore, l'uomo, la fotografia.
In sintesi la penna e' ottima, l'argomento approfondito, la forma mi ha in parte delusa, consiglio la lettura di LETTERE APPASSIONATE che sebbene sia piu' ostile e' sicuramente piu' vero. Frida Kahlo racconta Frida Kahlo, se monologo deve essere le lettere diventano l'unico monologo plausibile ( secondo me).
Buona lettura.
Commenti
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Non ho letto il libro, ma la tua recensione è molto bella in sé.
In realta’ le lettere mi avevano tanto colpita ed emozionata che vedendo quanto era piaciuto questo ho voluto comprarlo. Prima di affrontarlo non avevo alcuna riserva contro il monologo, non ci pensavo proprio. Leggendolo mi son resa conto che non mi piaceva particolarmente, anzi pensare a lui che parlava di un dannato palo che trapassa il ventre di donna, degli aborti, dello strazio del tradimento con la sorella come se fosse Frida mi ha dato pure un poco fastidio. Sono faccende cosi’ disperate ed intime che o le hai vissute di persona oppure starebbero meglio in uno scritto biografico : il narratore racconta…Ma il monologo e’ cosi’ personale. Non so bene se riesco a spiegarmi.Non so, forse son tutte scemenze che dico visto che e’ piaciuto da matti a tutti. Pero’ questo mi ha lasciato. Io ti consiglio di leggerlo invece perche’ e’ scritto bene e da’ un’ampia panoramica dell’essenza di Frida, io ho sbagliato i tempi probabilmente. Prima questo, poi l’altro. Poi paturnie mie spero restino mie J
@ Emilio, Grazie !
Ho compreso benissimo il tuo punto di vista e lo condivido in toto...
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