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Due donne, due enigmi
E’ la storia enigmatica di due donne, tanto diverse tra loro. Siamo nel 1933, anno della famosa Seconda Trasvolata Atlantica della Regia Aviazione, seguita quasi passo passo, con fanciullesco entusiasmo e tramite una vecchia radio, da un giovane carabiniere della caserma di Bellano. Ma anche due misteriose figure femminili impegnano a fondo i militari. Una, Maria Domenici, cameriera presso la villa di una arcigna nobildonna benefattrice del paese, partorisce in gioventù un bimbo frutto di un fugace rapporto con il marito della padrona : il neonato, dato ufficialmente per morto, verrà invece allevato da una coppia senza figli e riapparirà in Bellano con altro cognome. Maria vive in ospizio a Gravedona, ma si allontana di nascosto dallo stesso imbarcandosi sulla motonave Nibbio, per rivelare al prevosto di Bellano il suo segreto : è ormai vecchia, si trascina a stento e verrà ritrovata morta, vittima di un attacco cardiaco, nei servizi della motonave Nibbio. L’altra misteriosa donna è Velia Berilli, ex prostituta, sciagurata madre di 14 figli, legittimi e illegittimi, lasciati crescere in condizioni igieniche disastrose e portatori delle più svariate malattie : la donna, per una serie di fortuite circostanze, viene segnalata al Partito Fascista come fulgido esempio di madre italiana, con le conseguenze grottesche facilmente immaginabili. Due donne, due destini diversi : bastano a vivacizzare, sotto l’abile e consumata regia di Andrea Vitali, la monotonia di un’afosa estate bellanese. All’evolversi delle vicende contribuiscono non poco i carabinieri di Bellano : dal maresciallo Maccadò, calabrese maritato con una comare dalla lingua lunga, all’appuntato Misfatti, siciliano impiccione, dal brigadiere Mannu, sardo, che sogna una vacanza per riabbracciare una miriade di parenti isolani, al carabiniere Milagra, lombardo (ma di origini abruzzesi), il più ingenuo, quello che segue appassionatamente la Trasvolata e che chiederà alla fine il trasferimento in Aviazione. Una vicenda a parte è rappresentata dalla finestrella del cesso della regia caserma : una parentesi comica e surreale, protagonisti i soliti carabinieri ed un vetraio fannullone ed esoso. Il caldo torrido di quell’estate ( “la mamma del sole” non è che una specie di babau, spauracchio immaginario evocato nelle torride estati sarde per impaurire i bambini) fa da sfondo a questo bel romanzo, ironico e commovente, forse uno dei più riusciti di Andrea Vitali.