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Zia Antonia sapeva di menta
 
Zia Antonia sapeva di menta 2014-05-12 12:59:32 cesare giardini
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
5.0
cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    12 Mag, 2014
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Zia Antonia ed i suoi due strani nipoti

Zia Antonia è ricoverata nell’Ospizio di Bellano : è una cara, dolce vecchietta, alla quale il bravo nipote Ernesto Cervicati, pio, scapolo, rispettoso e delegato dalla zia a seguire i suoi interessi in banca, fornisce in robuste quantità mentini (la zia ne è ghiotta, da qui il titolo del romanzo). La zia ha un secondo nipote, Antonio , bidello di scuola ed iperteso (si cura con abbondanti dosi di aglio, puzzando perennemente e disdegnando la normale terapia farmacologica), della parente si è sempre disinteressato, non frequenta il fratello ed è maritato con una viperetta vogliosa e avida di soldi. La zia ovviamente ha un conto corrente presso la locale Banca e, per errore del postino, non riceve l’abituale rendiconto mensile, che malauguratamente finisce nelle mani dell’arpia e rivela la sua entità : ben cinquantotto milioni ! Grande agitazione in casa di Antonio, manovre convulse per riappacificarsi col fratello Ernesto e per ingraziarsi la suora direttrice dell’ospizio . Ma un ben orchestrato colpo di scena butta all’aria i sogni di grandezza (mettere le mani, all’exitus della zia, sulla metà dell’ingente somma) dello squallido duo . Il funereo evento arriva: zia Antonia muore ed ecco che, all’apertura dell’estratto conto, la cifra risulta diversa , solo cinquantottomila lire ! Si suppone ( l’Autore lo fa intendere ma non lo esplicita chiaramente) che il pio e buon Ernesto, quatto quatto, si sia intestato il grosso del malloppo, facendo credere che i primitivi cinquantotto milioni apparsi sul conto erano solo un banale errore di “zeri” in più. Altri personaggi fanno ala ai protagonisti : Suor Speranza, la burbera direttrice dell’Ospizio, il medico dottor Fastelli, sempre allegro e disponibile, il direttore di Banca Sansicario, consumatore pure lui di aglio, invischiato suo malgrado nelle vicende del contestato conto corrente ed alcune amene figure di suore, tipiche degli ospizi e degli ospedali del tempo che fu. Un romanzo fresco, genuino, che rivela ancora una volta le grandi doti di scrittore brillante di Andrea Vitali, si legge d’un fiato lasciandoti addosso un buon profumo di menta (oltre che di aglio !)

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