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IL DRAMMA DELLA SOLITUDINE
Raccontare una storia che tocchi le corde del cuore e che resti impressa nei ricordi di chi la legge non è cosa da poco: Paolo Giordano è riuscito nel suo esordio a dare vita a un libro con la L maiuscola, degno del premio strega che ha vinto. Le storie drammatiche di Mattia e Alice danno luogo a un senso di morbosa curiosità di conoscere l'andamento della storia e allo stesso tempo di avversione a concluderlo, la storia riesce a coinvolgere tanto da leggerla più lentamente.
Ogni capitolo è segnato da un particolare evento, quasi sempre drammatico, dando forma a una realtà purtroppo molto verosimile; nel libro vengono trattati temi come l'anoressia, l'autolesionismo,
il bullismo (la scena della caramella è davvero forte), l'accettazione dell'omosessualità e ovviamente la solitudine, che non è relativa solo ai protagonisti, anche i personaggi che interagiscono con loro convivono con questo problema, Denis a causa della sua omosessualità, Fabio e Nadia per il rapporto sentimentale sofferente che vivono con i due protagonisti. Il tutto viene plasmato in un'ambientazione che viene descritta secondo le percezioni dei personaggi presenti (un foglio di carta secondo il punto di vista di Mattia è uno strumento affilato per infliggersi lesioni).
Un libro che in cui i protagonisti sono abbastanza diversi da noi, ma con cui soffriamo e compiangiamo le sventure delle loro condizioni, i loro allontanamenti dalle persone e i loro disagi emotivi.
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