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Una simpatica caccia alle streghe
“ Fettucce, nastri, filati per ogni genere di lavoro, passamanerie, perline, elastici, cucirini di tutti i colori. E i bottoni! Ce n’era una collezione, chiusa in una vetrina. Uno per tipo, in corno, in avorio, in madreperla, in pietre preziose, in un caleidoscopio di colori…E le forme che avevano! Stravaganti, fantasiose, incredibili! Un omaggio alla creatività e all’abilità dell’uomo.”
Questa è la descrizione della discussa merceria Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti, ma volendo è anche uno stralcio che descrive amabilmente questo libro.
Sullo sfondo di una Bellano arroccata all’inizio della prima guerra mondiale, Vitali imbastisce una storia forse comune ma sicuramente godibile, dando vita ad una moltitudine di stravaganti e colorati personaggi ben caratterizzati nel loro piccolo e che non possono essere dimenticati, non fosse altro che per gli strambi nomi che l’autore gli cuce sapientemente addosso a marcare ancora di più i loro connotati.
Con uno stile ridanciano e fluido, mai scontato, ci racconta le vicissitudini di questo piccolo paese del lago di Como e dei suoi abitanti quando, dal nulla, spunta quella benedetta “Premiata Ditta”. Ma premiata da chi? E perche? E le due sorelle chi sono? Se poi, a tutti questi interrogativi si aggiunge il Geremia, lo scemo del villaggio, che si innamora della Giovenca, la splendida merciaia fresca di arrivo, beh il gioco è fatto. A chi la Stampina, la madre del povero Geremia può chiedere aiuto? Ma al “sciòr prevòst” ovviamente e alla sua infallibile e onnipresente perpetua. E così, con un po’ di dialetto che condisce il tutto, si snodano i pettegolezzi, i fraintendimenti e le bizzarre scenette tipiche di un piccolo paese e dei suoi variopinti abitanti, dove tutti hanno cento occhi, cento orecchie e ognuno vede e racconta lo stesso episodio a proprio modo dandogli una sua fantasiosa spiegazione e facendo sicuramente affiorare nel lettore un sorriso di fronte alla bonarietà, ingenuità e anche ad un po’ di sana ignoranza che aleggiava nei paesi all’epoca dei fatti.
Leggere Vitali è un po’ come sedersi ad una bella tavola apparecchiata in una giornata di sole, con mille leccornie preparate rigorosamente in casa e un buon vino regalato dall’amico contadino, chiacchierando allegramente con gli amici migliori. Una giornata di assoluta serenità e un po’ di nostalgia nel sentire i vecchi ricordi, che immancabilmente riaffioreranno nel lettore che, in un paese, ci è cresciuto e un po’ si è immedesimato nel racconto.
Vitali può piacere o meno, tutto sta nel porsi nella giusta prospettiva di lettura. Non aspettatevi intrighi, colpi di scena, misteriosi omicidi o indimenticabili storie d’amore, semplicemente preparatevi a leggere una storia come tante, ma raccontata bene e in maniera genuina che vi farà passare delle ore piacevoli e vi regalerà sicuramente qualche sorriso, un po’ di spensieratezza e una nota nostalgica di fondo.
Buona lettura
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Commenti
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@ Bruno, sì è un libro molto piacevole da leggere
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