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Vita migliore
 
Vita migliore 2014-05-01 10:53:13 LittleDorrit
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    01 Mag, 2014
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La Belgrado di Deki

Nel quartiere 62esimo nord della nuova Belgrado,
cubi di cemento, immobili come statue millenarie, occupano i cortili polverosi all'ombra dei palazzi.
È qui che il dodicenne Deki e i suoi amici si affacciano alla vita.
Sotto i loro occhi si snoda la Belgrado decadente di fine regime totalitario (quello di Tito), complicata dalle differenze etnico/religiose e dalle rivalità di quartiere che, talvolta, sfociano in violenza.
Belgrado, quindi, osservata attraverso gli occhi di un bambino che pian piano diventa adolescente.
Una città che cambia con lui e si avvia ad un lento rinnovamento pur restando, in apparenza, ferma nella sua sobria arretratezza.
Ci afferriamo ai ricordi di Deki, alle sensazioni, ai sentimenti che lo turbano e alle pulsioni che lo dominano; ne conosciamo gli amici con le loro storie, la famiglia con i suoi punti deboli e condividiamo con lui una quotidianità scandita dalla scuola, dall'attrazione per le ragazze (di cui Ivana resta regina incontrastata) e dalla voglia impetuosa di crescere.
E poi, arriva l'atteso trasferimento in Italia.
Trascorrono tre anni.
Il ritorno a Belgrado per le vacanze, ha un gusto amaro.
Quel campetto da calcio che appariva enorme a dodici anni, improvvisamente è solo un minuscolo quadrato di cemento adibito a parcheggio e diventa simbolo del cambiamento della città e della gente che la vive.
Ma è un cambiamento reale o è tutto nella testa di Deki che guarda con altri occhi?
No. Il cambiamento è reale e, portarlo alla luce, fa male.
Romanzo d'esordio per Nikola Savic, vincitore del discusso (e discutibile, aggiungerei) talent show Masterpiece andato in onda su Rai 3, che lo ha incoronato "scrittore esordiente di talento".
È un romanzo autobiografico, dove l'autore racconta un pezzo di vita trascorsa in Serbia prima del definitivo trasferimento in Italia, in provincia di Venezia.
È un romanzo privo di estetismi stilistici, asciutto, diretto e anche un po' sfrontato. Le storie narrate sono storie di cuore che si avvertono sulla pelle; raccontano la formazione, la ricerca della propria identità in un contesto difficile vissuto, però, da privilegiato. L'amicizia è valorizzata così come l'orgoglio di appartenere ad una data realtà.
Il cuore pulsa in ogni riga; c'è un velo di malinconia e odori che acquisiscono una loro importanza e un loro contesto preciso. In contrapposizione, c'è uno sfondo storico/politico poco approfondito; esso filtra come un raggio di luce attraverso una tapparella ma la sua influenza resta costante dalla prima all'ultima riga.
Non siamo di fronte ad un romanzo che sprigiona un fascino particolare ma, cattura attenzione, così, semplicemente, senza scossoni.
Al termine del romanzo c'è una bella postfazione di Andrea De Carlo, di cui consiglio la lettura all'inizio, prima di immergersi nel romanzo. Così facendo ci si accosta alla storia con meno scetticismo e con sentimento di scoperta. Una storia da leggere e ricordare con tenerezza.

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non conosco Savic, ma la tua recensione è davvero completa e un ottimo trampolino per chi volesse avvicinarsi alla lettura!
Autore emergente tra gli emergenti ma....leggibile e godibile una scoperta piacevole :)
Recensione bella con valutazione equilibrata. Io sono stato spettatore della 'discussa e discutibile' trasmissione di cui parli (condivido l'opinione su di essa). Il tuo commento è il primo che leggo su questo libro. Per il momento penso di non leggerlo.
Molto interessante quanto hai scritto, Marcella, anche considerando l'interesse e le critiche che ha suscitato la trasmissione. La tua mi sembra una valutazione molto equilibrata, anche perchè i testi che emergono da queste competizioni sono da una parte valorizzate, ma d'altra parte un pò penalizzate dal clamore sollevato intorno alla trasmissione!
@Emilio e AnnaMaria : non vi nego che avvicinarmi ad un libro uscito da un talent show letterario non era la mia massima aspirazione ma mi sono lanciata ugualmente e dopo aver letto la postfazione di De Carlo, ho spento il cervello ed acceso le sensazioni.
Mi sono lasciata guidare dall'istinto e dalla storia e vi dirò che il giudizio equilibrato è venuto fuori con estrema naturalezza grazie a quello che ho provato leggendo. È un romanzo che non conquista ma si fa leggere con attenzione. Lascia spazio all'immedesimazione e questa, a mio parere, è una qualità che non si può non riconoscere, specie ad un emergente. Se poi volessimo parlare del talent show letterario staremmo qui giornate intere. Voi ce lo vedreste un Moravia che tenta di promuovere una sua opera in tv? ;) Grazie per aver letto il commento :D
ciao Marcella, la tua rece è molto interessante e stuzzica alla lettura.
Io ho amato molto Masterpiece e mi manca la trasmissione che ho trovato originale e un buon punto di inizio per chi ama scrivere, pensa di avere qualcosa da dire ma proprio non sa come fare o a chi rivolgersi per emergere in questo difficile mondo. Poi se aiuta anche ad azzerare eventuali distinzioni tra i candidati per renderli tutti uguali alla partenza io sono sempre favorevole.
Savic tra l'altro era uno degli scrittori che mi ha incuriosito di più...mi sa che un pensierino ce lo faccio...
Grazie per il tuo bel commento.
Mariangela
Cara Mariangela sono contenta che la recensione ti sia piaciuta. Il talent show per scrittori emergenti, purtroppo, mi convince poco, comunque rispetto chi come te ci ha trovato del positivo. Ben venga tutto.
Il mio giudizio su questo libro va oltre il talent. Secondo me potrebbe piacerti. Lascio a te la scelta :) grazie di cuore
@Marcy quel talent non era tutto da buttare e credo che la possibilità che emerga davvero qualche talento esista, anche solo per puro caso :-) Lo stile di Savic sembrava interessante in trasmissione ma la tua bella recensione ha un po' smorzato il mio entusiasmo.
Cara Cris, non so che dirti...la mia visione sarà antiquata ma con i talent letterari proprio non vado d'accordo. Non metto in dubbio che possa essere uno dei tanti modi per scoprire qualche nuovo talento ma la domanda che mi pongo è:" è proprio necessario scoprire un talento?" La letteratura non è qualcos'altro? Dov'è andato a finire lo sperimentalismo sano? E i filoni e le correnti? Non so... Tutto questo mi confonde. Io sono vecchia scuola. Comunque ho giudicato quello che ho letto senza pregiudizi....Savic è riuscito a portare in scena un discreto romanzo che mi è piaciuto ma non mi ha sconvolta. Quindi ti lascio il beneficio del dubbio....Un abbraccio :)
@Marcy: parlare di un talent show in campo letterario sembra una contraddizione in termini e suona un po' volgare, ma penso che adattarsi ai tempi che corrono sia necessario. Potrebbe essere un modo per emergere dal mucchio di scrittorucoli che ormai spuntano come funghi intasando un sistema già di per sé traballante.
Io credo nel talento supportato da una buona preparazione di base, nel talento che "sconvolge" :-)
Tutto il resto secondo me è solo fuffa. Ciao ;-)
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