Dettagli Recensione
Ti ho insegnato a leggere tra le righe della vita
Libro leggero di una ventenne che parla di suoi coetanei. Carino per giovani che vogliono leggere di se stessi e di loro simili, troppo leggero per gli adulti.
Mi sembra uno dei libri di Moccia, con la differenza che questo, almeno, e' stato veramente scritto da una poco più che adolescente.
La storia e' quella di una ragazza che "s'innamora" spesso e abbastanza facilmente ed ogni volta sembra sia quella giusta. Di una fanciulla bella e abituata a piacere e ad approfittarsi del debole che i ragazzi hanno per lei. Mi colpisce la costante indecisione amorosa di questa ragazza (di solito e' una caratteristica che nei libri viene attribuita agli uomini), che sceglie l'uno perché non complicato, l'altro perché bello e mai sceglie quello che la ama veramente (salvo, poi, ritenersi perdutamente innamorata di lui, quando ormai è troppo tardi per esserlo e per capire se quello che prova è veramente amore o solo nostalgia di Damiano).
In alcuni punti mi ha fatta sorridere, per un sentimento di dolcezza e di protezione verso questi ragazzi: avevo come le sensazione di essere una mamma che voleva fare loro un carezza o un buffetto affettuoso.
Si parla anche di amicizia e dei problemi che a quell'eta sembrano insormontabili. Ritengo, invece, troppo pesante e fuori luogo l'argomento della morte, che stona con il resto del libro ed è totalmente estraneo al contesto.
Diciamo che, se devo consigliarne o meno la lettura, è una delle poche volte che ritengo che si possa tranquillamente evitarla.
Forse l'autrice è ancora troppo giovane, forse in futuro potrà scrivere qualcosa che mi piace e mi interessa, per ora decisamente no.