Dettagli Recensione
Viva la vida siempre!
Stavo cercando un libro che contenesse frasi di Frida Kahlo da inserire in un video e ho trovato, anche, uno Scrittore.
Alcune frasi autentiche di Frida ci sono, ma sono dilatate, contestualizzate nel racconto della vita straordinaria di questa pittrice messicana di cui quest’anno ricorre il sessantenario della morte.
Anzi, mi correggo: Cacucci non racconta tanto la vita di Frida, quanto i paesaggi interiori che corrispondono alla serie di avvenimenti incredibilmente dolorosi di cui questa donna è stata vittima, più che protagonista.
Qualcuno dice che il destino non è altro che la somma delle scelte di ogni individuo, ma come si può pensare che la poliomielite infantile (o spina bifida occulta che fosse) e il devastante incidente di autobus che la violenterà massacrandole per sempre il corpo e l’anima siano dipesi dalla sua, magari inconscia, volontà?
A Frida non è rimasto altro che chiamare a raccolta la sua inesauribile vitalità, la sua ironia, il senso di appartenenza al suo popolo, le sue capacità artistiche, per rintuzzare giorno dopo giorno, un istante dietro l’altro, gli attacchi micidiali della Pelona, la morte, più volte evocata nel libro di Cacucci: “Ma era la mia faccia in quello specchio? O era la Pelona che si incarnava in me, che mi entrava dentro fino a fondersi per sciogliersi in questa eterna stagione delle piogge che è la mia vita?"
Frida Kahlo è un personaggio, anzi una pittrice, meglio: una donna, che è entrata a far parte della mia vita, che in qualche modo da tempo mi accompagna nel mio percorso artistico e personale. Ma mi sono accorta che fa parte dell’immaginario di molti, come se quel suo incredibile attaccamento alla vita avesse finito per contagiare chiunque, dopo la vittoria della Pelona sulla fragile, fortissima Frida, abbia avuto la voglia, e la sensibilità, di raccogliere il suo messaggio. E Cacucci ne ha tanta, di sensibilità.
Mai, nemmeno una volta, durante la lettura di questo piccolo libro, un monologo presente anche come audiolibro, mi ha sfiorata l’idea che a scrivere fosse un uomo. E, in questo caso, è un grande complimento. La profonda conoscenza del soggetto e della cultura messicana, la totale immersione nei meandri cerebrali di Frida, degne della lezione di Stanislavskij, fanno sì che Frida stessa parli. Ho avuto la sensazione, nel pomeriggio di full immersion nelle pagine di “Viva la vida” di essere con lei, di ascoltarla mettersi a nudo senza pudori davanti a me. Senza falsi pudori, così come ha vissuto, con la leggerezza delle farfalle che ha disegnato sui suoi busti di gesso e con la profondità dei suoi occhi che hanno sedotto e catturato qualsiasi sguardo vi sia incappato, in vita e anche oltre.
Per assurdo l’ho ritrovata più autentica in questo libro che non nell’autografo “Lettere appassionate” , di cui ho già scritto in precedenza.
Pino Cacucci è stato definito da Fellini “ un artigiano, un costruttore di trame, di atmosfere e di personaggi”, ma io mi permetto di dissentire dal grande Federico.
Solo un artista, un artista percettivo e capace può entrare nell’anima di una donna come fa lui in questo libro. Con la capacità artigianale che gli deriva da una professionalità consolidata (suo Puerto Escondido, da cui Salvatores trasse l’omonimo film, tanto per citare uno dei suoi numerosi lavori), ma con quel quid in più che non è possibile acquisire con l’esperienza.
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Commenti
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penso che la tua analisi abbia ancora più valore vista la tua conoscenza della khalo
Complimenti Giuse!
Molto sentito il tuo commento, del resto ti avevo piacevolmente seguita tempo fa anche nella lettura di Lettere appassionate. Son certa che questo volumetto non mi deludera'.
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