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Intrighi e potere
 
Intrighi e potere 2008-12-24 19:01:21 Marilena
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Opinione inserita da Marilena    24 Dicembre, 2008

Ho letto di lui

Scrive di Lui Franco Piccinelli, noto scrittore e giornalista sulla rivista della Associazione Nazionale Carabinieri del mese di Ottobre:

Consulente immobiliare quarantenne, con la sua laurea molto lodata in scienze economiche, Giuseppe De Simone è un napoletano che vive e lavora nella sua città. Questo, al di là di mille riflessioni, è già un privilegio, consente uno stabile osservatorio sul modo d’intendere la vita quando si è a contatto d’una realtà sociale difficile per gli onesti e dove ci si accorge che anche gli intrighi hanno un loro odore. Lo si percepisce, al modo che si annusa odor di paura, di presenze ostili nell’ombra, di sicari appostatisi nell’ultima stretta del silenziatore alla rivoltella. De Simone in questo clima conosciuto, riteniamo, non solo per sentito dire, si è scoperto narratore, ha avuto una sorta di chiamata e vi ha risposto con «Intrighi e Potere», romanzo con tutte le carte in regola per avere successo, per coinvolgere, nelle edizioni Todariana. Vi è raffigurata una delle molte città della provincia campana che, alla scadenza del secondo mandato consecutivo del suo sindaco, perciò non più eleggibile, rischia di essere succube ugualmente attraverso l’inconsapevole uomo di paglia che quello lusinga perché si candidi alla successione. Crede di poterlo maneggiare non appena sarà eletto, ma così non sarà. Il nuovo sindaco vuole amministrare alla luce del sole, niente favoritismi, condotta adamantina anche nelle sedute consiliari: e la popolazione si compiace d’avere saputo scegliere bene. Ma poi arrivano gli scontri, le battaglie, la guerra con chi credeva di maneggiarlo: Piano Regolatore, gestione dei fondi per il disastro ecologico, scelte urbanistiche, appalti. Finisce che il giovane sindaco si ritrova solo a subire intimidazioni, aggressioni, minacce trasversali, incendi, calunnie. È il solito, purtroppo, gioco a demolire, alzando a mano a mano il tiro dello sfiancamento. Sotto scorta, preso in un vortice di autentico terrore, il povero sindaco (professionalmente avvocato) crolla e abbandona, costretto dallo scioglimento anticipato del Consiglio comunale perché gli avversari si sono dimessi in massa. Tornato in famiglia e al proprio lavoro, l’avvocato medita sui guasti di Casta e di Camorra, riflessioni amare di chi vorrebbe chiarezza e legalità comunque, ovunque.

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23 Giugno, 2011
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avevo sentito parlare del libro da un mio amico. L'ho comprato pensando si trattasse del solito libro di uno scrittore fallito...
Invece no!!!
L'ho letto in pochissimi giorni per scoprire come andava a finire.
Mi è piaciuto tantissimo e lo consiglio a chi ama scoprire e provare nuove frontiere.
Bravo...
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