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Non so niente di te
 
Non so niente di te 2014-04-06 19:29:05 pierpaolo valfrè
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pierpaolo valfrè Opinione inserita da pierpaolo valfrè    06 Aprile, 2014
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Salvate il "soldato" Mastrocola

Non so Niente di te è un romanzo che ho letto appena è stato pubblicato, giusto un anno fa.
Perchè mi viene voglia di recensirlo adesso? Per due motivi.
Ho iniziato a leggere l'ultimo saggio di Vittorino Andreoli sul tema dell'educazione, dei genitori, dei figli. E il bello della lettura è che un libro finisce sempre per rimandarti ad altri libri.
Però, la spinta decisiva arriva da un'altra cosa. E' che ho letto le recensioni finora pubblicate su Qlibri e due su tre le ho trovate molto ingenerose. Quindi sono animato un po' dal "sacro fuoco" se non di ristabilir giustizia (che le opinioni sono sempre opinioni, opinabilissime appunto) almeno di tentare di bilanciare con qualche lode le critiche finora espresse. Sono anche io un po' di parte perchè confesso che la Mastrocola è autrice che mi piace assai. Più lontana della luna e La narice del coniglio li ho trovati godibilissimi. E ho trovato molto interessante anche il pamphlet di tre-quattro anni fa "Togliamo il disturbo", una specie di provocazione, ma non troppo, sul senso dello studio e della scuola nella società di oggi.
E parliamone allora, di questo suo ultimo romanzo.
Qualche volta succede che la vita, a partire da un certo punto, cambi traiettoria. La linea si spezza e continua in un'altra direzione.
Basta un dettaglio, un capriccio del destino, una leggera increspatura nel fluire normale degli eventi per far sì che una vita intera segua un percorso inaspettato e imprevedibile.
E' il tema di film come Pane e Tulipani o come Sliding Doors.
Ma è veramente così? Non sarà che queste svolte covano, come fuoco sotto la cenere, per molto tempo e poi per alcuni divampano in un incendio e per altri rimangono per sempre soffocate fino a smorzarsi?
A partire dal tema principale del rapporto genitori-figli, "Non so niente di te" parla anche della capacità e del coraggio che soltanto alcuni hanno di scendere da un treno, rallentare, fermarsi, spostarsi, per riprendersi la propria vita. I più preferiscono continuare a fare i "topi da corsa", i "racing rats" piuttosto che seguire le proprie inclinazioni.

E perchè i genitori fanno di tutto per regalare una bella ruota da criceto ai loro figli, in modo da non avere sorprese, pensando di fare il loro bene?
.
In fondo l'invito che che Paola Mastrocola ci fa continuamente nei suoi libri è quello di esserre curiosi della vita, seguirla, abbandonarsi al suo corso come la protagonista di Più lontana della luna che partendo da una poesia provenzale letta su un'encicpledia cavalcherà da Torino alla Toscana, incontrerà l'amore e professioni varie per poi approdare a quella natuale inclinazione che stava lì dentro di lei, nascosta da sempre, e che solo al termine di un lungo viaggio dentro se stessa può finalmente sgorgare allo scoperto.
Una caratteristica di questa scrittrice è che inserisce sempre un elemento surreale nei suoi romanzi. Come ha spiegato nella presentazione di Non so niente di te che ho seguito al Salone del libro di Torino (spalleggiata da un incontebile Massimo Gramellini), l'elemento surreale le serve per rendere ancora più "vera" la realtà. E poi, sostiene lei, non dimentichiamci che la moderna letteratura parte da un cavallo alato. In questo caso l'elemento surreale è dato dall'invasione di pecore in un college di Oxford, con cui si apre il romanzo (lei sostiene comunque di aver verificato sul campo che ciò è tecnicamente posibile, dunque siamo sempre nel campo del certamente del surreale, ma anche del verosimile, cioè del simile al vero).
In quell'occasione Paola Mastrocola ha anche spiegato come le era nata questa idea. Ha detto:
" Tutta colpa del fatto che non so l'inglese". Ha infatti raccontato di una sua esperienza di relatrice ad un convegno all'Università Bocconi. Relatori internazionali, inglese come lingua prevalente.
Bene, lei ad un cerrto punto di accorge di essere l'unica a utilizzare le cuffie per la traduzione simultanea e questo l'ha fatta sentire un po' a disagio, le sembrava di essere un pastore appena sceso dali pescoli in quel consesso di azzimati professori.
Insomma, anche l'aneddoto dovrebbe testimoniare che Paola Mastrocola è una persona di spirito, autoironica, per nulla pesante, anzi molto piacevole e interessante da seguire quando scrive e quando parla, Non faccio farica a pensare che sia anche un'ottima insegnante.
PS
Sentite, non fate troppo caso ai miei voti: non sono capace di darli. metto 5 perchè il libro è bello per contenuti, stile, piacevolezza. Tolstoj è un'altra cosa ma non mi va di soppesare tutto. E poi i miei predecssori sono stati veramente un po' braccini corti, quindi un po' di generosità in più non guasta. :-)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Ai fan di Paola Mastrocola (che però l'avranno già letto) ma anche a chi si vede come "padre", come "madre", come "figlio" e qui ci siamo forse un po' tutti ...:-)
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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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pierpaolo valfrè
06 Aprile, 2014
Ultimo aggiornamento:
06 Aprile, 2014
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Devo aggiungere due citazioni del romanzo che sono saltate nella recensione (forse non è un male, perchè era già piuttosto lunga) ma chi è interessato in questi due brani puà cogliere un po' lo spirito del libro:

“Quante ne conosceva, di persone che passavano la vita a lamentarsi della vita... A bizzeffe. Persino chirurghi affermati, politici di grido, uomini d'affari in volo da un aereo all'altro...sempre lì a frignare a destra e a manca della vita orrenda, frenetica,convulsa, che erano costretti a fare. Ma "costretti" da chi? Come fossero le vittime. Ma vittime di che cosa? L'avevano voluta loro una vita simile, o no? Chi aveva premuto, al posto loro, quel tasto di non ritorno? E non gli veniva mai in mente che ce n'era un'altra possibile, di vita, diversissima, magari proprio accanto, tra l'altro, a due passi da loro? Bastava spostarsi. Scendere da quel treno e prenderne un altro, per dire. Anzi, non prenderlo proprio fin dall'inizio. Perchè non lo facevano, cosa c'era sotto?”

“Forse è proprio questo papà. Dovreste essere curiosi, voi genitori, molto curiosi dei vostri figli. Morire dalla curiosità di vedere come diavolo andrà a finire. Invece siete sempre così scontenti, così incontentabili. sembra che conosciate già tutto. Non vi lasciate sorprendere. Peccato. Vi private di una grande felicità”.

.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
07 Aprile, 2014
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Se e' bello e' bello, se piace piace. E siano i cinque che per te si merita :-)
Ne parlavo proprio l'altro giorno con una collega che sosteneva fosse molto bello. Vi do retta e segno il tiolo !
Gentile Pierpaolo,
Ho ritenuto utile la recensione e complimenti alla onestà intellettuale dimostrata.
Apprezzo le voci fuori dal coro se motivate come in questo caso.
Mi segno il titolo e sarò lieto di prendere una posizione personale sull'opera.
Syd
Molto intelligenti, oltre alla recensione, anche le citazioni.
Grazie CUB, Sydbar e Rollo per i vostri commenti. Se avete a che fare con il mondo della scuola (magari siete docenti, o studenti, o genitori di ragazzi in età scolastica) vi suggerisco anche "Togliamo il disturbo-saggio sulla libertà di (non) studiare. Troverete analisi e opinioni molto nette su cui potrete essere d'accordo oppure no, ma che trasmettono una grande passione e un grande amore per la cultura e per l'insegnamento. Io ho scoperto questa autrice prorpio a partire da questo saggio.
In risposta ad un precedente commento
gracy
10 Aprile, 2014
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Una bella esposizione ricca di molti spunti e ne sono venuti fuori molti considerato che è una lettura datata. Complimenti
grazie!
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